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Adriatronics, via libera alla cessione: salvi 333 posti e 70 milioni di investimenti a Trieste
Accordo al Mimit, Adriatronics passa a Star Tech Industries. Salvi 333 posti, organico verso 420. In Friuli-Venezia Giulia oltre 70 mln per manufacturing di chip fotonici destinati a data center e AI

È stato raggiunto a Roma, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), l’accordo per la cessione del ramo d’azienda Adriatronics (ex Flextronics) da Fair Cap a Star Tech Industries srl. La newco è partecipata al 50% da Star Tech Ventures (filiale italiana di Mountain X, fondo di venture capital per aerospazio e difesa a duplice uso) e al 50% da Segner Limited, partner strategico e detentore della proprietà intellettuale di Newphotonics, realtà specializzata in circuiti integrati fotonici per i data center dell’era dell’intelligenza artificiale.
Salvaguardia totale e piani di crescita fino a 420 addetti
Secondo quanto riferito dagli assessori regionali Alessia Rosolen (Lavoro) e Sergio Emidio Bini (Attività produttive), l’operazione garantisce l’integrale tutela dei 333 dipendenti attualmente in forza allo stabilimento giuliano e prevede l’incremento dell’organico fino a 420 unità. Un risultato in linea con la continuità industriale e occupazionale chiesta fin dall’avvio della vertenza.
Investimenti e strategia industriale
Il piano industriale porta in Friuli-Venezia Giulia oltre 70 milioni di euro tra investimenti e sviluppo di nuove attività di manufacturing chip, con un focus sulla fotonic integration legata ai data center e all’AI. L’operazione consolida il ruolo del territorio triestino nelle filiere innovative e strategiche a livello internazionale, con potenziali ricadute su competenze, indotto e ricerca applicata.
Il percorso della vertenza
La vertenza era nata dopo il disimpegno di Flextronics dal sito di Trieste, con modalità giudicate non compatibili con i principi di responsabilità sociale e di leale collaborazione con le istituzioni. Regione, parti sociali e territorio hanno mantenuto una linea comune per trovare un soggetto industriale capace di assicurare produzione e lavoro. In questa direzione, Rosolen e Bini hanno espresso soddisfazione per l’esito del tavolo, evidenziando la collaborazione costante con il Mimit guidato dal ministro Adolfo Urso.
Formazione e riqualificazione
Nelle more del confronto sindacale previsto dalla legge, la Regione si impegna ad attivare i propri strumenti di politica industriale e del lavoro per favorire il nuovo insediamento e accompagnare la riqualificazione di tutti i lavoratori, affinché le competenze siano allineate alle tecnologie e ai processi introdotti dal piano industriale.
Cosa significa per il territorio
- Presidio occupazionale: mantenimento dei posti e prospettiva di nuova occupazione qualificata;
- Upgrade tecnologico: ingresso in segmenti a maggior valore aggiunto (fotonica e AI);
- Attrattività: Trieste e il Friuli-Venezia Giulia si confermano hub affidabile per investimenti deep-tech;
- Filiera e indotto: opportunità per PMI e centri di ricerca su materiali, test, packaging e servizi avanzati.
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