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Tolmezzo, blitz antimafia in carcere: perquisizioni nella sezione di massima sicurezza per telefoni illeciti

Maxi operazione della Direzione antimafia di Genova: controlli anche nel carcere di Tolmezzo per individuare telefoni illeciti tra i detenuti

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Carcere - Carcere d Tolmezzo
Carcere ( © Depositphotos)

È scattato all’alba il maxi blitz coordinato dalla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo di Genova, che ha coinvolto anche il carcere di Tolmezzo, uno dei penitenziari di massima sicurezza del Nordest. Le operazioni, condotte dal Centro operativo Dia di Genova con il supporto della Polizia penitenziaria e dei reparti territoriali di polizia di Stato e carabinieri, hanno interessato diverse aree dell’istituto carnico.

Secondo quanto riportato da GenovaToday, l’azione ha avuto come obiettivo specifico detenuti ritenuti vicini alla criminalità organizzata, sui quali si concentrano sospetti riguardo all’uso illecito di telefoni cellulari all’interno della struttura.

Perquisizioni mirate nella sezione di alta sicurezza

L’attenzione della Dia si è focalizzata in particolare sulla sezione di alta sicurezza, dove sono reclusi soggetti legati a realtà criminali di prima fascia. Le verifiche puntano a individuare eventuali canali di introduzione di cellulari, strumenti vietati che potrebbero consentire ai detenuti di mantenere contatti con l’esterno e con le rispettive organizzazioni criminali.

L’utilizzo di telefoni all’interno delle celle rappresenta un fenomeno considerato ad alto rischio dagli inquirenti, perché permette comunicazioni non tracciabili e potenzialmente funzionali al coordinamento di attività illecite.

Un’inchiesta nazionale: dodici carceri coinvolti e 31 indagati

Il blitz in Carnia rientra in una più ampia indagine che tocca 12 istituti penitenziari italiani. Al momento risultano 31 le persone indagate, tra cui dodici detenuti, accusati di aver procurato o agevolato l’uso di telefoni cellulari in cella.

Le ipotesi di reato fanno riferimento agli articoli 391 ter (introduzione di apparati telefonici in carcere) e 648 del Codice penale (ricettazione). Sulla vicenda grava inoltre l’aggravante del 416 bis.1, che richiama un presunto agevolamento alle attività di stampo mafioso, con particolare riferimento alla ’ndrangheta.

Indagini in corso, occhi puntati anche sul Friuli

Le perquisizioni nel carcere di Tolmezzo confermano l’attenzione elevata delle autorità friulane nel contrastare ogni possibile forma di comunicazione non autorizzata tra i detenuti e le organizzazioni criminali all’esterno.

L’indagine, ancora in corso, potrebbe portare nelle prossime ore a nuovi sviluppi o ulteriori accertamenti sull’esito dei controlli effettuati nella struttura carnica.

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