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Drag queen legge ai bimbi al museo: cosa dicono Fedriga e De Toni

Drag queen legge ai bambini al museo di Udine: intervengono Fedriga e De Toni, tra polemiche e inviti alla cautela

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Drag queen
Drag queen ( © Depositphotos)

Torna al centro del dibattito pubblico l’iniziativa del museo di Udine che ha visto la drag queen Pierângela Felice leggere storie a bambini da zero a sei anni. Un evento pensato per promuovere valori di inclusione, diversità e collaborazione, che ha però sollevato forti reazioni da parte di esponenti politici locali e regionali.

Le letture, come già spiegato in un approfondimento dedicato, non mirano a introdurre teorie di genere, né a fare “propaganda” ideologica, ma si concentrano esclusivamente su contenuti di tipo educativo e umano. Nonostante ciò, l’evento ha attirato l’attenzione del governatore del Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga e del sindaco di Udine Alberto Felice De Toni.

Fedriga: “Teniamo i bambini fuori dalle ideologie”

Durante un’intervista con Tv12, il presidente della Regione Massimiliano Fedriga ha espresso la propria preoccupazione sull’evento, sostenendo che iniziative del genere rischiano di introdurre ideologie nei percorsi educativi dei più piccoli. “Teniamoli fuori – ha detto riferendosi ai bambini –. Ricordo quando arrivai a Trieste e trovai un progetto che prevedeva che la bambina si vestisse da cavaliere e il bambino da principessa. Questa non è educazione al rispetto, è ideologia.”

Fedriga ha ribadito con forza il suo pensiero: “Lasciamoli in pace, i bambini, per favore. Discutiamo di diritti tra adulti, ma non utilizziamo i bambini”. Una linea, quella del governatore, che segue le critiche già sollevate dal consigliere comunale Giovanni Govetto, fermamente contrario a ogni attività che, secondo lui, possa confondere i più piccoli su tematiche identitarie.

De Toni: “Serve prima un approfondimento”

Più cauto invece il sindaco di Udine Alberto Felice De Toni, che ha dichiarato di non avere ancora gli elementi per esprimere un giudizio definitivo. “Non ho approfondito molto questa cosa – ha spiegato – ma se ci saranno problemi reali a tutela dei bambini, interverremo anche in modo drastico.”

La giunta comunale, per ora, ha preferito attendere un’analisi più dettagliata. In una dichiarazione precedente, l’assessora alle Politiche giovanili Arianna Facchini aveva respinto le critiche, sottolineando che l’iniziativa rientra tra le proposte culturali e inclusive rivolte alle famiglie, senza secondi fini ideologici.

Un dibattito ancora aperto

Il caso continua a dividere l’opinione pubblica e il mondo politico. Da una parte chi, come Fedriga e Govetto, chiede di non coinvolgere i bambini in temi ideologici, dall’altra chi difende la libertà di espressione culturale e l’importanza di educare all’inclusione e alla diversità sin da piccoli.

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