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Sanità Friuli-Venezia Giulia 2025: carenza di medici e rinunce alle cure in aumento
Rapporto Gimbe 2025: la sanità del Friuli Venezia Giulia resta efficiente ma sotto pressione per carenza di medici e rinunce in crescita.

La sanità del FriuliVenezia Giulia continua a distinguersi per efficienza e qualità organizzativa, ma deve fronteggiare sfide sempre più complesse. È quanto emerge dal Rapporto Gimbe 2025, che fotografa una situazione in equilibrio tra buone performance e segnali di sofferenza. Nel 2023 la regione contava 13 unità di personale sanitario ogni 1.000 abitanti, contro una media nazionale di 11,9. I medici sono 2,26 ogni 1.000 residenti, mentre gli infermieri 6,37: un rapporto infermieri/medici pari a 2,82, superiore alla media italiana (2,54). Tuttavia, le retribuzioni più basse e la distribuzione disomogenea del personale tra città e aree periferiche pesano sulla tenuta del sistema.
Medici di base: carichi eccessivi e carenza strutturale
Il nodo più critico riguarda la medicina territoriale. Oltre il 52% dei medici di base ha più di 1.500 assistiti, con punte fino a 1.800 pazienti per medico in alcune zone. Attualmente si registrano 149 aree carenti di medici di medicina generale, che lasciano circa 220.000 cittadini senza medico di riferimento.
Sul fronte della formazione, la Regione prova a reagire: il bando 2025-2028 del Ceformed Fvg mette a disposizione 40 borse di studio per il corso di Medicina Generale, ma solo 44 candidati si sono presentati alla prova e molti rinunciano prima dell’avvio. Nonostante ciò, il Friuli resta tra le poche regioni italiane a coprire quasi tutti i posti formativi, segno di un sistema attrattivo e ben organizzato.
Rinunce alle cure: un dato in preoccupante crescita
Il dato più allarmante del rapporto riguarda le rinunce alle prestazioni sanitarie. Nel 2024, l’8,5% dei cittadini del FVG – pari a oltre 101.000 persone – ha dichiarato di aver rinunciato ad almeno una prestazione sanitaria.
Rispetto al 2023 l’aumento è di 3,4 punti percentuali, con un picco tra gli anziani over 65, uno su quattro dei quali ha rinunciato a visite o esami. Le cause principali: liste d’attesa troppo lunghe e difficoltà economiche. Il fenomeno colpisce anche aree ben servite come Udine e Cividale, dove le richieste di visite specialistiche superano le disponibilità del sistema pubblico.
Udine e Asufc, modello di innovazione digitale
Tra le eccellenze spicca l’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale (Asufc), dove il 95% dei medici e pediatri accede regolarmente al Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), uno dei tassi più alti in Italia.
La partecipazione dei cittadini, però, resta bassa: solo l’11% lo utilizza attivamente, evidenziando la necessità di maggior alfabetizzazione digitale e di promozione dei servizi online.
Un sistema che regge, ma va rafforzato
Il Friuli Venezia Giulia resta una delle regioni più solide del Nordest, ma la carenza di personale, l’invecchiamento dei medici e l’aumento delle rinunce alle cure sono segnali d’allarme. Udine e la sua rete ospedaliera universitaria rappresentano un punto di riferimento nazionale, ma il Rapporto Gimbe lancia un monito chiaro: senza nuovi investimenti nella medicina territoriale, anche l’eccellenza friulana rischia di entrare in affanno.
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