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Bagnafiori in centro, ma non per tutti: scoppia il caso a Pordenone

Un’iniziativa partita con le migliori intenzioni si trasforma in un piccolo caso politico tra i commercianti del centro di Pordenone

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Bagnafiori - Caso bagnafiori Pordenone
Bagnafiori ( © Depositphotos)

PORDENONE – Chi pensa che fare l’amministratore pubblico sia semplice, si sbaglia di grosso. Lo ha scoperto a proprie spese Emilio Badanai Scalzotto, assessore al Commercio del Comune di Pordenone, eletto con la lista Pordenone Civica. Imprenditore di professione e neofita della politica, Scalzotto ha voluto portare nel suo nuovo ruolo lo stesso entusiasmo e la stessa concretezza del mondo aziendale. Da questa voglia di fare è nata l’iniziativa dei bagnafiori: eleganti e costosi recipienti in metallo, acquistati a spese proprie e donati ad alcuni negozi del centro per pulire la pipì dei cani.

L’iniziativa dei bagnafiori

L’idea, apparentemente semplice ma dal forte valore civico, ha preso forma alcuni mesi fa. La moglie dell’assessore, con i bagnafiori sotto il braccio, ha fatto il giro dei negozi del centro per consegnarli personalmente ai commercianti.

Ogni mattina, i negozianti avrebbero dovuto riempire il contenitore d’acqua, pronto per l’uso da parte dei proprietari di cani. In questo modo, bastava un piccolo getto per pulire le deiezioni liquide e mantenere più decoroso il centro storico. Un gesto educativo e di civiltà urbana, accolto con curiosità e apprezzamento dai primi destinatari.

Lo scivolone e le polemiche

Tutto bene, se non fosse che i bagnafiori distribuiti erano solo una trentina, a fronte dei circa 500 esercizi tra i due corsi principali e le vie laterali del centro. La selezione dei negozi a cui consegnarli, avvenuta senza criteri specifici, ha innescato malumori e domande tra chi non aveva ricevuto il dono.

Nel giro di pochi giorni, le voci di scontento sono giunte fino al sindaco Alessandro Basso, che – secondo indiscrezioni – avrebbe convocato Scalzotto per chiarire la situazione. Il primo cittadino, pur riconoscendo la buona fede e la spesa personale dell’assessore, non avrebbe gradito la discrezionalità della distribuzione.

La richiesta del sindaco

Basso avrebbe invitato Scalzotto a “trovare una soluzione equa”, evitando che anche un’iniziativa nata dal cuore potesse trasformarsi in un boomerang politico. Nessun fondo pubblico sarebbe stato impiegato, ma il sindaco avrebbe chiesto di reperire nuovi bagnafiori per soddisfare tutti i commercianti rimasti esclusi.

Tuttavia, secondo quanto trapela, i modelli originali sarebbero esauriti e difficili da sostituire. Ogni pezzo costava circa 29 euro, e la seconda tranche non avrebbe mantenuto lo stesso design dei primi.

Un gesto frainteso

Resta dunque un interrogativo: come andrà a finire la vicenda? Quella che doveva essere una piccola azione civica si è trasformata in una lezione di comunicazione politica. A volte, anche un semplice gesto – se non ben calibrato – può dividere invece di unire.

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