Economia & Lavoro
Dati Inps 2025: 10% dei giovani non studia e non lavora
Secondo l’Inps, il 10% dei giovani del Friuli-Venezia Giulia è “Neet”: non studia e non lavora, con Trieste in controtendenza sul fronte della disoccupazione

Il 10 per cento della popolazione regionale tra i 15 e i 29 anni non studia e non lavora. È il dato che emerge dal report diffuso dall’Inps il 21 ottobre, un’analisi approfondita sullo stato del mercato del lavoro in Friuli-Venezia Giulia. In termini assoluti, significa oltre 17mila giovani esclusi da percorsi formativi e professionali. Un numero che, seppur inferiore alla media nazionale, delinea una criticità strutturale che rischia di pesare sul futuro della regione.
Il confronto con il resto d’Italia
Secondo l’Inps, il 10,6% dei giovani “Neet” in Friuli-Venezia Giulia è inferiore al 15,2% nazionale, un risultato che colloca la regione tra le più “virtuose” del Paese. Tuttavia, il confronto non deve trarre in inganno: in tutta Italia oltre 1,3 milioni di giovani vivono la stessa condizione di inattività, con i valori più alti concentrati nel Sud, dove Calabria, Sicilia e Campania chiudono la classifica. Anche in Friuli-Venezia Giulia, però, le opportunità di inserimento lavorativo restano limitate, e la ripresa del mercato del lavoro non si traduce sempre in occupazione stabile o di qualità.
Occupazione in crescita, ma non ovunque
Il report evidenzia un tasso di occupazione regionale al 69,8%, superiore alla media italiana (66,5%). Trieste è la provincia che cresce di più negli ultimi tre anni, con un incremento di oltre due punti percentuali. Bene anche Udine e Gorizia, mentre Pordenone mostra una tendenza opposta, con un calo dell’occupazione costante dal 2022.
Il dato più sorprendente riguarda ancora Trieste: nonostante la crescita dell’occupazione, è l’unica provincia regionale in cui aumenta la disoccupazione, salita dal 3,3% del 2023 al 5,9% nel 2024. Udine, al contrario, segna un calo stabile, passando dal 6,2% al 4,7% nello stesso periodo.
L’altra faccia della crescita: potere d’acquisto in calo
Il documento dell’Inps parla di saldo occupazionale positivo per il 2024 (+6.803 lavoratori), ma sottolinea anche alcuni segnali d’allarme: la diminuzione delle imprese industriali, artigiane e commerciali, l’invecchiamento della popolazione attiva e il calo del potere d’acquisto delle famiglie.
Una fotografia che mostra un tessuto economico in trasformazione, dove la crescita numerica dell’occupazione non basta più a garantire benessere diffuso.
Friuli-Venezia Giulia, una regione che invecchia e si impoverisce
In sintesi, l’analisi dell’Inps restituisce l’immagine di un territorio che resiste meglio della media italiana, ma che non è immune dalle fragilità del Paese: disoccupazione giovanile, perdita di potere d’acquisto e progressivo invecchiamento della popolazione.
Dietro ai numeri, una verità semplice e preoccupante: in Friuli-Venezia Giulia cresce il lavoro, ma diminuisce la sicurezza economica.
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