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Ospedale Pordenone, il primario di Ostetricia Pirrone lascia: crisi nel reparto

Un’altra tempesta sulla sanità pordenonese: il primario di Ostetricia-Ginecologia verso l’addio e il reparto rischia il tracollo.

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Ginecologa ( © Depositphotos)

PORDENONE – Piove sul bagnato nella sanità pordenonese. Dopo settimane di allarmi sullo stato del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Santa Maria degli Angeli, arriva un’altra notizia che rischia di aggravare la situazione: il primario Francesco Pirrone, stimato chirurgo, sarebbe pronto a lasciare l’incarico nei prossimi mesi per trasferirsi a Treviso.

La notizia, non ancora ufficiale, circola con insistenza da giorni e si somma alle gravi criticità già note: carichi di lavoro insostenibili, personale ridotto e turni fino a 12 ore per medici e infermieri.

Un reparto sotto pressione

Il quadro generale è tutt’altro che rassicurante. Dopo la chiusura dei punti nascita di San Vito al Tagliamento e della Casa di cura San Giorgio, l’intera provincia di Pordenone è rimasta con un solo punto nascita operativo, costringendo il personale del Santa Maria degli Angeli a gestire tutti i parti del Friuli Occidentale.

Mentre a Latisana la riorganizzazione sanitaria ha mantenuto attivo il reparto, Pordenone si ritrova in una situazione di sovraccarico cronico che rischia di compromettere la qualità dell’assistenza.

La Ginecologia sempre più in affanno

Le difficoltà non riguardano solo l’Ostetricia. Anche la Ginecologia pordenonese vive un momento complicato. Con il nuovo piano oncologico regionale, gli interventi di chirurgia oncologica sono stati spostati al Centro di riferimento oncologico di Aviano (Cro), riducendo drasticamente l’attività chirurgica al Santa Maria degli Angeli. Questa decisione comporta un calo della casistica operatoria per i medici pordenonesi e, di conseguenza, una perdita di esperienza e di attrattività professionale.

Un futuro incerto e un trasferimento in ritardo

A complicare ulteriormente il quadro c’è il ritardo del trasferimento nel nuovo ospedale, che slitterà con ogni probabilità da febbraio a maggio 2026. In questo clima di incertezza e sfiducia, la scelta del primario Pirrone di lasciare Pordenone appare come un segnale d’allarme che non può essere ignorato.

Possibile cambio al vertice

Al posto di Pirrone potrebbe arrivare Roberta Pinzano, attuale responsabile dell’Ostetricia-Ginecologia di San Vito al Tagliamento, già conosciuta per aver gestito la chiusura del punto nascita sanvitese. Una nomina che, se confermata, rischia di riaccendere tensioni tra operatori e cittadini, vista la storia recente del reparto.

Il silenzio della politica

Nel frattempo, la politica locale sembra immobile. A sollevare la questione è stato solo il consigliere del Partito Democratico Nicola Conficoni, mentre dal fronte di maggioranza – che include diversi eletti pordenonesi – non si registra alcuna presa di posizione.

Un silenzio che pesa, soprattutto se si considera che tra i rappresentanti di centrodestra figurano il presidente della Terza commissione sanità, Carlo Bolzonello, e nomi come Markus Maurmair, Cristina Amirante, Lucia Buna, Simone Polesello, Andrea Cabibbo e Stefano Zannier. Tutti finora rimasti in disparte.

Solo il ministro Luca Ciriani aveva tentato di scuotere le acque nei mesi scorsi, ma la crisi politica innescata dalle sue parole si era presto spenta “a tarallucci e vino”.

Sanità pordenonese sempre più ai margini

Il rischio, ormai concreto, è che Pordenone venga progressivamente depotenziata, mentre Udine e Trieste consolidano il loro ruolo di poli principali della sanità regionale. Se il trend non si invertirà, i cittadini del Friuli Occidentale potrebbero presto essere costretti a curarsi fuori provincia, con tempi più lunghi e disagi crescenti.

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