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Pitbull salva la padrona: sei anni al tentato femminicida

Era stato il pitbull della vittima a salvare la donna da un’aggressione brutale: ora il tribunale ha condannato l’uomo a sei anni

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Pitbull - Femminicidio Udine
Pitbull ( © Pexels)

Sei anni di reclusione per tentato omicidio, maltrattamenti e furto dell’arma: è questa la sentenza emessa ieri dal tribunale di Udine nei confronti di Smail Ifrad, cittadino marocchino di 50 anni. L’uomo era stato arrestato dopo aver aggredito violentemente l’ex compagna, una donna polacca della stessa età, ed essere stato messo in fuga dal cane pitbull di lei, che aveva impedito il peggio. Il pubblico ministero aveva chiesto 12 anni, ma i giudici hanno dimezzato la pena.

Un passato di abusi e minacce

La vicenda ha radici profonde. La donna aveva subito una lunga serie di maltrattamenti: schiaffi, spintoni, offese e minacce di morte. L’uomo l’aveva anche privata dei suoi risparmi. Il culmine era arrivato quando l’aveva aggredita lanciandole addosso un tavolo di cristallo. Dopo quell’episodio, la donna aveva deciso di chiudere la relazione. Ma la rottura non era stata accettata da Ifrad, che si era ripresentato alla sua porta una volta scoperta la presenza di un nuovo compagno.

Il tentato omicidio sventato dal cane

La violenza è esplosa in un appartamento alla periferia di Udine. L’uomo ha colpito la vittima con un grosso coltello da cucina: il primo fendente è arrivato alla schiena mentre cercava di fuggire, poi all’addome e infine alla gola, dove il colpo è stato deviato per un soffio dalla mano della donna. Ma è stato il cane pitbull a salvarle la vita: si è lanciato sull’aggressore, l’ha morso e poi gli ha ringhiato contro fino a spaventarlo e farlo scappare.

Le conseguenze per la vittima e il processo

Le ferite, fortunatamente, sono guarite in pochi giorni, ma la paura e il trauma restano. La sentenza ha previsto anche un risarcimento provvisionale di quattromila euro a favore della vittima. Tuttavia, la vicenda giudiziaria potrebbe non essere finita: il legale dell’uomo, Franco Giunchi, ha annunciato l’intenzione di ricorrere in appello. “È stata un’istruttoria con molte contraddizioni e variazioni nei racconti della donna”, ha affermato l’avvocato.

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