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Fotovoltaico sui terreni agricoli. Scoccimarro: “Norma Fvg tutela territorio e paesaggio”

FVG verso i dinieghi per nuovi fotovoltaici su terreni agricoli: con la L.R. 2/2025 valutazioni su soglia 3% e aree idonee. In esame 101,8 MW in 5 Comuni. BESS in crescita: presto regole per evitare concentrazioni

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Impianto fotovoltaico su terreno agricolo
Impianto fotovoltaico su terreno agricolo (© Depositphotos)

Verso i dinieghi per nuovi impianti fotovoltaici su terreni agricoli in Friuli-Venezia Giulia. L’assessore regionale alla Difesa dell’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile Fabio Scoccimarro annuncia che, dopo l’entrata in vigore il 6 marzo 2025 della L.R. 2/2025, i Comuni stanno valutando i progetti alla luce dei nuovi criteri stringenti su saturazione del 3% della superficie agricola e collocazione al di fuori delle aree idonee.
Attualmente nei Comuni di Carlino, San Giorgio di Nogaro, Martignacco, Romans d’Isonzo e Torviscosa sono in esame proposte per 101.775 kW complessivi.

“Norma equilibrata, niente moratorie”

Secondo Scoccimarro, la norma regionale è “equilibrata” e “non mirata ad azioni moratorie o ideologiche”: è la prima ad essere divenuta vigente senza impugnazione del Governo, proprio per il suo impianto di tutela del territorio, del paesaggio e dei beni culturali e naturali, mantenendo la rotta su sviluppo sostenibile ed energie rinnovabili in linea con obiettivi nazionali ed europei. Restano sullo sfondo gli esiti dei ricorsi al DM e al DL “Lollobrigida” e le eventuali sentenze.

L'incontro con i Comuni sul tema del fotovoltaico sui terreni agricoli

L’incontro con i Comuni sul tema del fotovoltaico sui terreni agricoli

Incontro con i Comuni sulla dorsale Terna 380 kV

L’assessore ha incontrato i sindaci di Pavia di Udine, Santa Maria la Longa e Trivignano Udinese, tra i territori più impattati per la posizione lungo la “dorsale Terna 380 kV”. L’obiettivo: governare un fenomeno diventato quasi emergenziale che rischiava di trasformare ampi lembi di campagna in “specchi a cielo aperto”, con perdita di suolo agricolo e ricadute sulla produzione alimentare.

BESS: l’altra emergenza (accumuli elettrici)

Parallelamente cresce l’ondata di richieste di autorizzazione per i BESS (Battery Energy Storage Systems). Scoccimarro riconosce che gli accumuli sono fondamentali per la stabilità della rete e per rilasciare energia nei picchi di domanda — anche per evitare blackout come in Spagna — ma invita a prevenire concentrazioni che farebbero diventare alcuni Comuni “le batterie della nazione”, con un mutamento profondo del territorio.

Verso una regolazione sulla distribuzione degli impianti

Nei prossimi giorni l’assessore avvierà un’interlocuzione con il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani e con la viceministra dell’Ambiente Vannia Gava per definire regole condivise che limitino la concentrazione dei BESS e distribuiscano il carico su tutto il territorio regionale, senza stravolgere l’impianto della L.R. 2/2025.

Cosa cambia per proponenti e territori

  • Nuovi impianti FV su terreni agricoli: valutazione rigorosa con possibile diniego in caso di superamento del 3% o mancata idoneità dell’area;
  • Progetti in coda: i 101,8 MW circa in esame nei cinque Comuni rappresentano un banco di prova della norma;
  • Accumuli (BESS): attesa normativa di riequilibrio territoriale per evitare concentrazioni;
  • Dialogo Stato-Regione: si punta a armonizzare le regole con le disposizioni nazionali, senza depotenziare la tutela paesaggistica e agricola.

Perché questa scelta

La Regione mira a bilanciare tre esigenze:

  1. Transizione energetica e contributo agli obiettivi UE;
  2. Salvaguardia del suolo agricolo e del paesaggio;
  3. Sicurezza del sistema elettrico con accumuli distribuiti, evitando squilibri locali.

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