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Burlo Garofolo Trieste: come affrontare la dislessia a scuola

Settimana della dislessia: il Burlo Garofolo spiega perché la diagnosi precoce è fondamentale per il benessere dei bambini e delle famiglie

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Concetto di dislessia
Concetto di dislessia ( © Depositphotos)

TRIESTE – In occasione della Settimana nazionale della dislessia (6-12 ottobre), l’Irccs materno infantile Burlo Garofolo di Trieste ha acceso i riflettori su un tema che riguarda migliaia di bambini e famiglie, con l’obiettivo di informare e sensibilizzare sulla dislessia e sull’importanza di una diagnosi tempestiva.

Durante l’iniziativa, esperti e specialisti del Burlo hanno ribadito che intervenire per tempo è essenziale per evitare conseguenze emotive e scolastiche spesso sottovalutate.

“Serve una diagnosi precoce per evitare ansia e abbandono scolastico”

“La dislessia non impedisce ai bambini di leggere o scrivere – spiega Isabella Lonciari, psicologa della Neuropsichiatria Infantile del Burlo e membro del coordinamento regionale dell’Associazione italiana di psicopatologia dell’apprendimento – ma richiede loro uno sforzo enorme. Non potendo leggere in modo automatico, si affaticano, commettono errori e restano indietro”.

Una situazione che, nel tempo, può generare frustrazione, senso di inadeguatezza e calo dell’autostima. “Il rischio – aggiunge Lonciari – è che questi bambini riducano l’impegno scolastico o arrivino persino ad abbandonare gli studi. Ecco perché la diagnosi deve arrivare presto, così da prevenire l’insorgere di disturbi secondari, come ansia o depressione”.

Cos’è la dislessia e come si manifesta

La dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) che riguarda la capacità di leggere in modo corretto e fluente. Spesso si accompagna ad altri disturbi come disortografia, disgrafia e discalculia, e colpisce circa il 3,5% degli studenti italiani.

Si tratta di una condizione neurobiologica di origine innata, legata a una differente modalità di funzionamento delle aree cerebrali coinvolte nei processi di lettura e scrittura. Non ha nulla a che vedere con deficit di intelligenza, problemi psicologici o ambientali, né con difficoltà sensoriali.

I primi segnali di dislessia emergono solitamente all’ingresso nella scuola primaria, quando il bambino fatica a leggere con fluidità o a riconoscere le parole.

Cosa prevede la legge per gli studenti con DSA

La Legge 170 del 2010, che riconosce ufficialmente i disturbi specifici dell’apprendimento, garantisce agli studenti con dislessia il diritto a un percorso scolastico personalizzato.

In Friuli-Venezia Giulia, la delibera regionale n. 933/2014 stabilisce che, dopo la diagnosi, la scuola deve predisporre un Piano didattico personalizzato (PDP). Questo documento prevede strumenti compensativi – come la sintesi vocale – e misure dispensative, ad esempio l’esonero dalla lettura ad alta voce.

L’obiettivo è quello di tutelare il diritto allo studio e favorire il successo formativo di ogni studente, senza penalizzazioni né ripercussioni sull’autostima. Il PDP va aggiornato a ogni cambio di ciclo scolastico, per garantire interventi sempre adeguati.

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