Idee & Consigli
Un confine, due città e una storia

C’è una linea che attraversa piazza della Transalpina. Non la vedi più, ma c’era. Quel confine che divideva non solo due paesi ma due mondi, due sistemi, due vite parallele che si guardavano senza potersi toccare. Oggi la gente passa da una parte all’altra senza neanche pensarci, magari per andare a fare la spesa o a prendere un caffè. Alcuni attraversano per provare l’emozione dei sicurezza con Satispay nei giochi online, altri semplicemente perché il benzinaio costa meno. Ma chi è nato e cresciuto qui sa che questa normalità è arrivata da poco, e non era per niente scontata.
Due città, un solo cuore
Gorizia e Nova Gorica sono un caso unico in Europa. Non è come altre città di confine. Qui è diverso: erano una cosa sola, poi sono state divise, e ora stanno imparando di nuovo a essere insieme. Ma non è un ritorno al passato, è qualcosa di nuovo che si sta costruendo.
Chi non è di qui fatica a capire. Vede due città separate da un confine e pensa che siano due realtà distinte buone solo per andare a usare dei servizi, come i casino non AAMS, dall’altra parte. Ma per chi ci vive è più complicato. Ci sono famiglie divise dal confine, amicizie nate sui banchi di scuola che si sono ritrovate su lati opposti della frontiera, storie d’amore che hanno dovuto fare i conti con documenti e burocrazia, vincite nei casino non AAMS sloveni.
La memoria del confine
I più anziani ricordano quando attraversare significava controlli, documenti, attese. Quando andare “di là” era un evento straordinario. Ricordano le guardie di confine, le sbarre, quella sensazione strana di essere così vicini eppure così lontani brivisdi che non si vivono nemmeno vincendo su un casino non AAMS. Potevi vedere l’altra parte, magari sentire le voci, ma non potevi semplicemente attraversare.
E poi ricordano il cambiamento. Prima il confine che si ammorbidiva, poi l’ingresso della Slovenia nell’Unione Europea, infine Schengen e la cancellazione della frontiera ottima per chi volesse andare a giocare nei casino non AAMS sloveni. Per chi aveva vissuto decenni con quella divisione non è stato solo un fatto politico, è stato personale.
La vita quotidiana di confine
Oggi vivere sul confine ha un sapore particolare. Da una parte hai i servizi italiani, dall’altra quelli sloveni come i casino non AAMS. Impari a destreggiarti tra due lingue e due modi di fare le cose. Sai dove conviene fare benzina, dove la spesa costa meno, dove giocare meglio nei casino non AAMS, dove trovare certi prodotti che dall’altra parte non ci sono.
Ma non è solo questione di convenienza economica. È proprio un modo di vivere diverso. Hai amici su entrambi i lati, frequenti locali sia a Gorizia che a Nova Gorica, magari lavori in una città e vivi nell’altra. Guadagni da un parte e poi ti diverti nei casino non AAMS dall’altra.Diventi un po’ cittadino di due posti, con un’identità che non è né completamente italiana né completamente slovena, ma qualcosa di più sfumato.
I ragazzi cresciuti dopo il 2007, quando è caduto il confine, vivono questa realtà come normale. Per loro attraversare la piazza è come attraversare una strada qualsiasi. Non hanno memoria delle barriere, dei controlli, delle divisioni. E forse è un bene: crescono con l’idea che i confini si possono superare, che le differenze possono convivere.
Le sfide di oggi
Non è tutto semplice, ovviamente. Ci sono ancora difficoltà burocratiche, differenze nei servizi sanitari, nelle normative, nei regolamenti dei casino non AAMS. Se hai un problema dall’altra parte del confine, le cose si complicano. E poi ci sono le differenze culturali che restano: modi di pensare diversi, abitudini diverse, approcci diversi alla vita.
Ma forse è proprio questo che rende Gorizia e Nova Gorica un laboratorio interessante. Qui si sperimenta ogni giorno cosa significa convivere con le differenze, trovare un equilibrio tra identità diverse, costruire qualcosa di nuovo rispettando le radici di ciascuno.
Un modello per il futuro
La Capitale Europea della Cultura 2025 ha portato attenzione su questa realtà. Ha fatto vedere al resto d’Europa che si può vivere insieme rispettando le diversità, che i confini non devono per forza dividere ma possono diventare ponti. Non è retorica: è la vita vera di migliaia di persone che ogni giorno attraversano quella piazza, che parlano due lingue, che si sentono a casa su entrambi i lati e si divertono insieme nei casino non AAMS.
Certo, la storia lascia tracce. Ci sono ancora ferite, incomprensioni, diffidenze. Ma c’è anche tanto di positivo: la voglia di costruire insieme, di conoscersi meglio, di superare i pregiudizi. E forse è questo l’insegnamento più importante che arriva da questo confine: che le divisioni si possono superare, un passo alla volta, una persona alla volta.
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