Salute
Screening mammografico Friuli-Venezia Giulia: 20 anni di successi
In vent’anni oltre 1,1 milioni di mammografie e mortalità ridotta del 24,4%: il Friuli-Venezia Giulia tra le regioni più virtuose in Italia
Dal 2005 al 2025 in Friuli-Venezia Giulia sono state eseguite oltre 1,1 milioni di mammografie di screening, coinvolgendo 280 mila donne. Il programma, rivolto alla popolazione femminile tra i 45 e i 74 anni, ha raggiunto un’adesione del 77,7%, posizionando la Regione al terzo posto in Italia per partecipazione e copertura, che raggiunge il 100% della popolazione target.
L’assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi, durante la presentazione dei dati legati a Ottobre Rosa e al ventennale del programma di screening mammografico regionale, ha sottolineato come questi risultati rappresentino una storia di prevenzione, fiducia e qualità del sistema sanitario pubblico.
Mortalità in calo e sopravvivenza in crescita
In vent’anni si è registrata una riduzione della mortalità per tumore al seno del 24,4% nella fascia d’età sottoposta a screening. Un dato che conferma l’efficacia della diagnosi precoce e della presa in carico tempestiva.
La sopravvivenza a 5 anni per il tumore della mammella in Friuli-Venezia Giulia è pari all’89%, superiore alla media nazionale dell’87,6% (fonte Aiom-Airtum, 2023). Un risultato che riflette l’elevata qualità clinica e la continuità del percorso di cura garantita dalle strutture regionali.
Interventi conservativi e fiducia nel sistema pubblico
Oltre l’85% dei tumori inferiori ai 2 centimetri viene trattato con chirurgia conservativa, a conferma della capacità della rete regionale di offrire interventi sempre meno invasivi e più efficaci. Il Friuli-Venezia Giulia registra anche uno dei più bassi tassi di “fuga” chirurgica d’Italia, con solo il 2,67% delle pazienti che sceglie di operarsi fuori regione, contro una media nazionale dell’8%.
“Questi risultati – ha dichiarato Riccardi – sono il frutto di una visione che, vent’anni fa, ha saputo anticipare i tempi, costruendo una rete solida e integrata tra diagnosi precoce, qualità clinica e fiducia nel sistema sanitario pubblico”.
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