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Ostetricia in crisi a Pordenone: personale ridotto e turni da 12 ore

Crisi nel reparto di ostetricia a Pordenone: pochi posti letto, personale ridotto e dubbi sui tempi del trasloco al nuovo ospedale.

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Ostetrica - ostetricia a pordenone
Ostetrica ( © Depositphotos)

Il reparto di ostetricia dell’ospedale di Pordenone è in difficoltà. Le organizzazioni sindacali hanno lanciato l’allarme evidenziando criticità strutturali e organizzative sempre più pesanti. A preoccupare sono la mancanza di posti letto, la carenza di personale e i turni di lavoro estenuanti, che arrivano anche a 12 ore consecutive.

La situazione si è aggravata da quando sono stati chiusi gli altri due punti nascita del territorio. Da quel momento, l’unico reparto operativo di ostetricia della provincia si trova a dover gestire un numero crescente di parti, con un carico di lavoro ormai al limite.

Trasferimento al nuovo ospedale: slitta ancora la data

Un altro nodo riguarda il trasloco dal vecchio al nuovo ospedale di Pordenone, una tappa attesa da tempo. Secondo il cronoprogramma comunicato dall’Asfo (Azienda sanitaria Friuli Occidentale), i primi reparti a spostarsi saranno le medicine il 29 novembre, seguite da pronto soccorso, medicina e radiologia d’urgenza.

Tuttavia, per ostetricia la situazione appare ancora incerta. L’azienda sanitaria aveva inizialmente previsto il trasferimento per febbraio 2026, ma il direttore del dipartimento non intende muovere il reparto senza la pediatria. Questo potrebbe comportare un ulteriore slittamento fino all’estate, con inevitabili disagi per operatori e pazienti.

Conficoni (Pd): “Errori di programmazione e ritardi inaccettabili”

Sulla vicenda è intervenuto con toni duri il consigliere regionale del Partito Democratico, Nicola Conficoni, che parla di “una sanità azzoppata e indebolita”.

“Dopo aver razionalizzato i punti nascita e venduto la pelle dell’orso prima del tempo inaugurando l’ospedale di Pordenone senza che fosse pronto, la Giunta Fedriga deve ora chiarire e risolvere i problemi dell’ostetricia: è inaccettabile che a pagare siano le future mamme” ha dichiarato Conficoni.

Il consigliere ha inoltre presentato un’interrogazione alla Giunta regionale, denunciando “un’errata programmazione” che avrebbe portato alla chiusura prematura dei punti nascita di San Vito al Tagliamento e del Policlinico di Pordenone, senza attendere la piena operatività del nuovo ospedale.

Verdi e Sinistra: “Servono risposte e un nuovo punto nascita”

Anche Serena Pellegrino (Alleanza Verdi e Sinistra) e Sebastiano Badin, segretario regionale di Sinistra Italiana, hanno chiesto risposte chiare all’assessore Riccardi.

“È necessario aprire una riflessione seria e responsabile: serve rivedere le scelte compiute e restituire un punto nascita pubblico a San Vito al Tagliamento, capace di garantire sicurezza, qualità delle cure e prossimità a un’area vasta e densamente abitata” hanno affermato.

La crisi del reparto di ostetricia di Pordenone rischia dunque di diventare il simbolo delle difficoltà della sanità del Friuli Occidentale, tra promesse disattese, tagli ai servizi e personale sempre più stremato.

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