Cronaca & Attualità
Rischio frane Fvg: 3000 smottamenti vicino a case e strade
Oltre seimila frane mappate in Fvg: un territorio fragile, minacciato da smottamenti che il cambiamento climatico rende sempre più frequenti
In Friuli-Venezia Giulia il rischio idrogeologico assume dimensioni sempre più significative. La recente frana di Cormons, con una montagna di terra e massi precipitata sulle abitazioni, è solo l’episodio più evidente di un problema radicato: sul territorio regionale sono censiti oltre seimila fenomeni franosi.
Il catasto redatto dagli uffici regionali contiene anche episodi storici, ma la mappa aggiornata evidenzia che almeno tremila smottamenti interessano in maniera diretta case, strade o infrastrutture sensibili, rendendo necessario un monitoraggio costante. Non tutte le frane registrate rappresentano una minaccia immediata, ma molte di esse vengono favorite da condizioni meteo estreme sempre più frequenti, diretta conseguenza del cambiamento climatico.
Un territorio fragile e costruito senza criterio
Il Friuli-Venezia Giulia, come tutte le regioni caratterizzate da rilievi montuosi, paga gli effetti di decenni di urbanizzazione incontrollata, spesso avvenuta in aree non adatte alla costruzione.
I dissesti franosi, naturali ma in diversi casi legati anche all’incuria umana, sono tra gli eventi più pericolosi. Una frana è un processo geomorfologico che indica il movimento verso il basso di masse di roccia, terra o detriti. Nel fenomeno rientrano anche gli abbassamenti del terreno, che possono verificarsi perfino in zone sub-pianeggianti. Questi movimenti richiedono interventi tempestivi e una pianificazione territoriale lungimirante, soprattutto in un contesto in cui le precipitazioni diventano sempre più violente.
I numeri del rischio in Fvg
La dimensione del fenomeno è impressionante. Le frane registrate sono oltre seimila, mentre poco meno di tremila rappresentano segnalazioni storiche comunque significative.
Secondo il catasto frane:
- oltre il 40% interessa la zona montana e pedemontana della provincia di Udine
- circa il 30% riguarda il territorio pordenonese
- il resto si divide tra Trieste e Gorizia
Gli eventi meteorologici estremi aggravano la situazione: precipitazioni che raggiungono i 200 millilitri di pioggia in due ore provocano smottamenti, caduta di massi e chiusure stradali.
La Regione interviene prima in fase emergenziale e poi con opere di messa in sicurezza, mentre il censimento serve a pianificare interventi mirati e a definire una migliore gestione del territorio.
I centri abitati e le aree più esposte
In Friuli-Venezia Giulia sono almeno una decina i centri abitati sotto osservazione costante per la presenza di frane incombenti. Si tratta spesso di piccole frazioni, due o tre case, nelle aree di Castelnovo, Tramonti, nelle zone montane dell’Udinese e in alcune aree della provincia di Trieste. Sono inoltre una ventina le strade classificate a media percorribilità ma cruciali per collegare la montagna alla pianura: in caso di frane, il rischio di isolamento dei paesi è concreto.
A completare il quadro, circa settanta cantieri maggiori sono aperti per sistemare strade e ponti danneggiati dal maltempo. Un quadro complessivo che conferma quanto il territorio sia fragile e quanto il peggioramento del clima possa aggravare il rischio nei prossimi anni.
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