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Trieste, patteggia un anno e quattro mesi per aver investito e ucciso Bruna Rogelja: la famiglia attacca l’imputato

Trieste: patteggiamento a un anno e quattro mesi per l’investimento mortale di Bruna Rogelja, travolta sulle strisce in viale Miramare

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Omicidio stradale - Omicidio stradale Trieste
Omicidio stradale ( © Depositphotos)

Il Gup Francesco Antoni ha condannato a un anno e quattro mesi Roberto Lionetti, 73 anni, per aver investito e ucciso la 74enne Bruna Rogelja il 4 marzo scorso. L’uomo, che guidava una Ford C-Max, ha travolto la donna mentre attraversava sulle strisce pedonali in viale Miramare, vicino al giardino Leonor Fini.
La pena, sospesa condizionalmente, prevede anche la sospensione della patente per un anno.

Il reato di omicidio stradale prevede una pena tra i due e i sette anni, ma la condanna è stata ridotta di un terzo per effetto del patteggiamento. L’imputato, difeso dall’avvocato Giovanni Borgna, non era presente in aula. La figlia della vittima non si è costituita parte civile ma compare come persona offesa, assistita dall’avvocato William Crivellari.

La reazione della famiglia: “Atteggiamento deplorevole”

Profondo il dolore dei familiari della vittima. Il nipote Roberto Cociani definisce “deplorevole” l’atteggiamento dell’imputato, spiegando che la famiglia non avrebbe mai ricevuto alcun contatto diretto: “C’è stata una totale mancanza di buon senso e umanità. Mia zia mi ha insegnato che quando si sbaglia bisogna chiedere scusa”.

Cociani evidenzia anche alcuni comportamenti considerati fuori luogo da parte di Lionetti sui social: post non riferiti alla tragedia, ma che secondo lui “fanno ironia sulla morte, mancando di rispetto alla nostra famiglia”.

Nel fascicolo risulta una lettera di scuse, ma il nipote ribadisce che non sarebbe mai giunta a destinazione.

Bruna Rogelja, una presenza fondamentale

Il ricordo di Bruna Rogelja è ancora vivo e doloroso. “Sono stati mesi difficili e lo sono ancora”, racconta il nipote. La donna, 74 anni, era in ottima salute e molto attiva. Il giorno dell’incidente stava andando a prendere proprio il nipote alla stazione.

Per la famiglia era una vera colonna portante: aiutava quotidianamente la sorella, invalida civile, e viveva vicino a loro, rendendosi spesso disponibile in caso di bisogno. “Ogni volta che passo nel luogo dell’incidente è come una pugnalata”, confessa Cociani.

Le posizioni degli avvocati

L’avvocato Giovanni Borgna, difensore di Lionetti, sostiene che il suo assistito si sarebbe comportato con correttezza, chiedendo scusa e facilitando il pagamento del danno: “Probabilmente c’è stato un disguido sull’invio delle scuse. Verificheremo e provvederemo a un nuovo invio”.

L’avvocato William Crivellari, legale della famiglia, ricorda l’amarezza della vicenda: “Nessuna sentenza potrà restituire la signora Bruna ai suoi cari. Questa è la drammatica verità”.

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