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Il Gravel nazionale sceglie il FVG, il 12 luglio 2026 ad Artegna nel segno di Enzo Cainero
Il Campionato Italiano Gravel 2026 arriva ad Artegna e sarà dedicato a Enzo Cainero: un percorso tra Friuli collinare e comuni del terremoto 1976

Il Campionato Italiano Gravel parla friulano e lo farà con un nome che, da queste parti, è sinonimo di visione e grandi eventi: la 5ª edizione della massima competizione nazionale della disciplina sarà dedicata a Enzo Cainero. L’appuntamento è fissato per domenica 12 luglio 2026 con partenza da Artegna (Udine) e organizzazione affidata alla DP66.
A sottolineare il valore simbolico e sportivo dell’evento è stata l’assessore regionale alle Finanze Barbara Zilli, intervenuta a Majano durante un incontro con le squadre della Dp66 Pinarello Race Academy: “È un orgoglio per il Friuli-Venezia Giulia che venga dedicata a un grande friulano e uomo di sport come Enzo Cainero” – ha evidenziato – ricordando anche che il percorso coinvolgerà alcuni Comuni del Friuli collinare, in particolare quelli segnati dal terremoto del 1976.
Cos’è il Gravel e perché il tricolore “vale doppio” per il Friuli
Il gravel è la disciplina che unisce l’anima della bici da strada con quella dell’off-road: asfalto, strade bianche, sterrati e tratti tecnici si alternano in percorsi “misti” che mettono alla prova resistenza, gestione dello sforzo e capacità di guida.
Portare in regione un Campionato Italiano di questo livello significa intercettare un movimento in crescita e un pubblico spesso legato a un’idea di sport che è anche scoperta del paesaggio, turismo lento e valorizzazione delle comunità: una combinazione perfetta per aree come il Friuli collinare, ricche di storia, natura e borghi da raccontare.
Il percorso tra Friuli collinare e Comuni del terremoto 1976
Uno dei tratti più identitari dell’evento sta proprio nella traccia: non un circuito “neutro”, ma un itinerario che collega e mette in rete luoghi che portano ancora i segni – e la forza – della ricostruzione dopo il devastante sisma del 1976.
Un modo per trasformare una gara nazionale in qualcosa di più: una vetrina per i territori e, insieme, un richiamo alla memoria collettiva. Non a caso, come ricordato dall’assessore Zilli, quel percorso era stato immaginato e tracciato “a suo tempo” proprio da Cainero, con la sua capacità di vedere nello sport un acceleratore di identità e promozione.

Un momento dell’incontro
L’intitolazione a Enzo Cainero
Dedicare il Campionato a Enzo Cainero significa riconoscere una figura che ha segnato il rapporto tra Friuli e grandi manifestazioni: Cainero è stato per anni uno dei più noti organizzatori legati al ciclismo in regione, ricordato anche per il ruolo nelle tappe friulane del Giro d’Italia e per intuizioni che hanno acceso i riflettori internazionali su queste montagne e queste strade. La sua scomparsa nel 2023 ha lasciato un vuoto profondo nel mondo sportivo locale.
Intitolare a lui la gara – “Gran Premio Enzo Cainero”, come annunciato – è un ponte tra generazioni: tra chi ha costruito la reputazione del territorio e i giovani atleti che oggi cercano spazio e risultati.
Regione al fianco dell’evento
La manifestazione sarà sostenuta dalla Regione con un finanziamento di 65mila euro, un segnale concreto per un appuntamento che ha ricadute su più livelli: sport, promozione territoriale, accoglienza, indotto.
Nel corso dell’incontro a Majano, Zilli ha voluto anche valorizzare il lavoro della presidente Luisa Pontoni e dello staff DP66, definendo la società una realtà capace di scoprire talenti e avvicinare molti giovani (dai 19 anni in su) a una disciplina “tanto dura quanto affascinante” come il ciclocross.
E i nomi citati raccontano la qualità del vivaio: nella Dp66 Pinarello Race Academy si sono affermati atleti come Stefano Viezzi, Sara Casasola e Davide Toneatti, già protagonisti a livello nazionale e internazionale.
Una giornata tricolore che può diventare “evento di territorio”
Il 12 luglio 2026, ad Artegna, non ci sarà solo una gara: l’obiettivo – leggendo tra le righe dell’impostazione data – è farne una giornata capace di unire sport di alto livello e racconto del Friuli.
Per i Comuni attraversati, l’occasione è duplice: da un lato la visibilità garantita dal tricolore, dall’altro l’opportunità di costruire attorno all’evento un programma di accoglienza fatto di prodotti locali, volontariato, associazionismo e promozione culturale. Perché il gravel, più di altre specialità, vive del “fuori gara”: scenari, ristori, strade secondarie, comunità.
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