TeatroUdine
Il cinema cinese la fa da padrone al Far East Film Festival n. 27

UDINE – E’ il cinese “Her story”, della regista Shao Yihui, il vincitore della 27a edizione del Far East Film Festival. Il film, che tratta della situazione femminile nella Cina di oggi, ha conquistato il primo gradino del podio sopra “The last dance”, pellicola di Hong-Kong arrivata seconda e ad un altro film cinese, “Like a Rolling Stone”.
Alto, come detto da molti partecipanti, il livello generale dei film di quest’anno, tant’è che pure la media dei voti dei primi due film classificati era molto vicina (4.49 per “Her story”, 4.48 per “The last dance”). Il tutto a testimonianza di una produzione cinematografica che dall’Oriente si fa sempre più apprezzare anche nei cinema e nella società europea ed occidentale in generale.
Con la proclamazione del vincitore, è sceso il sipario su un’altra edizione del Far East Film Festival, ricchissima sotto ogni punto di vista. La città di Udine è stata animata da iniziative ed eventi che sono andate ben al di là del Teatro Nuovo, centro di proiezione dei film in concorso (49 sui 77 proiettati durante il Festival).
Oltre al Visionario, utilizzato per la proiezione di retrospettive e di alcuni film fuori concorso, i colori del festival si sono ben distinti nel mercatino di via Mercatovecchio, nella sala ricevimenti allestita al Contarena , nella mostra inserita negli spazi di Palazzo D’Aronco, nella Casa della contadinanza in Castello dove si è tenuta la festa della “Pink night”, in Piazza Libertà con l’esibizione dei Cosplay e a Casa Cavazzini dove è stata allestita – e rimarrà aperta fino al 30 agosto – la mostra dedicata al disegnatore giapponese dei manga Mizuki.
Una marea umana giovane e variopinta, proveniente da tutta Italia ed anche dall’estero, ha reso Udine una città più animata e viva del solito, in cui le cose da fare e da vedere non mancavano assolutamente mai. “The place where to be” per tanti appassionati, o anche solo semplici curiosi, del cinema e della cultura asiatica.
Non sono mancati nemmeno gli spunti di riflessione sul ruolo del cinema durante il Festival. La taiawanese Sylvia Chang, premiata con il Gelso d’oro alla carriera, ha rimarcato: “In una situazione del mondo caotica come quella attuale, dobbiamo ritenerci fortunati di avere ancora i film, delle case in cui potere stare se si vuole evadere dalla realtà per piangere, ridere o comunque condividere emozioni”. Le ha fatto eco, nei saluti finali dopo la proclamazione del vincitori, Sabrina Baracetti del CEC, infaticabile organizzatrice del festival, che ha chiosato con: “Certo, sarebbe bello ricevere la notizia della fine delle guerre, ma crediamo che questo Festival, che mette vicino persone di due continenti diversi, un po’ di pace l’abbia portata”.
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