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Addio a Nino Benvenuti, l’ultimo saluto alla leggenda del ring

Si è spento a Roma Nino Benvenuti, 87 anni, oro a Roma ’60 e campione mondiale dei medi. Dall’esodo istriano alla Hall of Fame, fu simbolo di Trieste e della boxe italiana. Funerali il 22 maggio in Piazza del Popolo

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Addio a Nino Benvenuti
Addio a Nino Benvenuti (© DDW)

Si è spento a Roma ieri, 20 maggio 2025, a 87 anni Nino Benvenuti, leggenda del pugilato mondiale e volto simbolo di un’Italia che ritrovava orgoglio nel boom economico del Dopoguerra.

La cerimonia funebre è fissata per giovedì 22 maggio, alle 11.30, nella Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo. A officiare sarà Monsignor Antonio Staglianò; attesi migliaia di sportivi e rappresentanti delle istituzioni.

Dall’Istria a Trieste, un simbolo dell’esodo giuliano-dalmata

Nato a Isola d’Istria il 26 aprile 1938, Benvenuti fu costretto giovanissimo a trasferirsi a Trieste con la famiglia, divenendo ben presto un punto di riferimento per la comunità degli esuli. Qui si formò nella gloriosa palestra di via Rossetti, portando sempre Friuli-Venezia Giulia nel cuore.

Oro a Roma ’60 e record irripetibili

Con la medaglia d’oro olimpica nei welter alle Olimpiadi di Roma 1960, premiato anche con il Val Barker Trophy per lo stile, iniziò un percorso che lo portò a conquistare i titoli mondiali super-welter (1965-66) e medi (1967-70), unico italiano a impor­si in due categorie. Il suo bilancio professionistico: 90 match, 82 vittorie (35 KO), 7 sconfitte e 1 pari.

I tre incontri con Emile Griffith al Madison Square Garden e la tragica saga con Carlos Monzón rimangono pietre miliari della boxe mondiale, capaci di tenere sveglia l’Italia davanti alla TV negli anni Sessanta-Settanta.

Il cordoglio di Fedriga e Scoccimarro

«Un esempio per intere generazioni», lo ricorda il governatore Massimiliano Fedriga, sottolineando eleganza e tenacia dentro e fuori dal ring. L’assessore Fabio Scoccimarro ne evidenzia la “solidarietà verso gli avversari”, come quando aiutò l’amico-rivale Griffith nei momenti difficili.

Benvenuti non dimenticava mai chi aveva incrociato i suoi guantoni: sostenne Griffith malato e povero, mantenne un legame umano con la famiglia di Monzón dopo la sua fine tragica. Un campione di sportività e altruismo.

Hall of Fame e oltre il ring

Primo italiano inserito (1992) nella International Boxing Hall of Fame, fu attore, commentatore RAI e volontario nei centri di Madre Teresa. Trieste lo elesse “Sportivo del secolo”, a conferma di un mito che supera le generazioni.

Benvenuti lascia cinque figli e l’esempio di un uomo che ha trasformato la boxe in spettacolo, cultura e riscatto sociale. Il suo ultimo match, quello con la vita, si chiude con l’applauso dell’intero Paese.

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