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Viabilità transfrontaliera: Passo Monte Croce, sì alla galleria da 4,1 km

Condivisa da Regione, comuni e categorie la galleria transfrontaliera da 4,1 km al Passo Monte Croce Carnico: costo 500 mln (85 % BEI). Decisione finale entro 2025, PFTE nel 2026. Garantirà sicurezza e turismo tutto l’anno

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Il tavolo di lavoro riunitosi oggi a Udine
Il tavolo di lavoro riunitosi oggi a Udine

La nuova galleria di 4,1 chilometri al Passo Monte Croce Carnico è stata indicata come la soluzione “più sostenibile, moderna e condivisa” dall’assessore alle Infrastrutture e Territorio del Friuli‑Venezia Giulia, Cristina Amirante. L’opera garantirà sicurezza tutto l’anno, continuità del traffico turistico e un impatto minimo sul delicato contesto ambientale alpino.

Perché il traforo in quota è la scelta vincente

L’alternativa di una galleria di base da 8,5 km è stata scartata per costi eccessivi e dimensioni sproporzionate. Il traforo in quota:

  • evita il passaggio di mezzi pesanti;
  • risolve le attuali criticità geologiche;
  • mantiene intatto il carattere turistico del valico;
  • riduce i tempi di realizzazione e i consumi energetici.

Finanziamenti e cronoprogramma

Il costo stimato dell’intervento è di 500 milioni di euro. Fino all’85 % della spesa potrà essere coperto dalla Banca europea degli investimenti (BEI), grazie a un’intesa che coinvolge Regione, Ministero delle Infrastrutture, ANAS e il Land Carinzia. Entro fine 2025 ci sarà la scelta definitiva del tracciato e nel 2026 la redazione del Progetto di fattibilità tecnico‑economica (PFTE) congiunto Italia‑Austria.

Lavori in corso e gestione del traffico

Per garantire la percorribilità fino all’apertura del tunnel, dal 9‑24 agosto l’apertura sarà continua 24 h su 24 per la stagione turistica. Dal 25 agosto invece ripristino della chiusura notturna (22‑6) fino alla festa della transumanza in Carinzia.

Si stanno completando le gallerie paramassi e i nuovi sistemi di sicurezza; già investiti 20 milioni di euro tra Regione e MIT.

Le soluzioni scartate

Una variante esterna da 160 milioni, pur evitando i tratti franosi, non garantirebbe transitabilità invernale e resterebbe vulnerabile a neve e valanghe: non è dunque una risposta strutturale alle esigenze della Carnia.

Impatto su turismo, logistica e sostenibilità

Il traforo favorirà una permeabilità culturale e turistica continua tra Carnia e Carinzia, riducendo il rischio di isolamento delle vallate nell’inverno e alleggerendo il carico sulle autostrade regionali, oggi sotto pressione per i lavori ferroviari legati al PNRR. La riorganizzazione complessiva della mobilità rafforzerà la competitività economica dell’area alpina, in chiave di sviluppo sostenibile.

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