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Sicurezza penitenziaria, il Friuli-Venezia Giulia ottiene solo le briciole

Dieci nuovi agenti di polizia penitenziaria per il Friuli Venezia Giulia, ma solo uno sarà assegnato a Pordenone

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Polizia penitenziaria
Polizia penitenziaria ( © Depositphotos)

Arrivano i rinforzi, ma in misura minima. Il Friuli-Venezia Giulia accoglierà dieci nuovi agenti di polizia penitenziaria, cinque uomini e cinque donne, che hanno appena terminato a Roma il 185° corso allievi. Tuttavia, solo uno di loro entrerà in servizio nella casa circondariale di Pordenone, mentre gli altri nove saranno destinati agli istituti di Trieste, Udine e Tolmezzo.

Una distribuzione che lascia l’amaro in bocca, considerando che la regione figura tra quelle con maggiori criticità nel sistema penitenziario, soprattutto per sovraffollamento e carenze di personale.

Friuli-Venezia Giulia fanalino di coda nelle assegnazioni

Su scala nazionale, i numeri raccontano una realtà ben diversa. Milano guida la classifica con 140 assegnazioni, seguita da Roma (120) e Torino (73). Subito dopo si collocano grandi istituti come Sanremo (66) e il gruppo di Pavia, Venezia, Firenze e Parma (63). A chiudere la lista, invece, ci sono Bologna (17) e Cagliari (19). Il Friuli-Venezia Giulia figura tra le ultime regioni per numero di nuovi agenti, un segnale evidente della scarsa attenzione politica verso il sistema penitenziario locale.

Il partito Fratelli d’Italia ha comunque ricordato che il prossimo anno le assunzioni complessive saliranno a oltre 3.200 unità, ma i benefici concreti per la regione si vedranno solo dal 2026.

Le parole di Fratelli d’Italia: “Legalità e sicurezza al centro”

In una nota ufficiale, Fratelli d’Italia ha difeso l’operato del governo Meloni, sottolineando come l’obiettivo sia quello di “ripristinare legalità e sicurezza nelle carceri italiane” dopo “anni di abbandono della sinistra”.
Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro delle Vedove ha ricordato che a luglio è stato bandito un nuovo concorso per 653 assunzioni, mentre il deputato Roberto Menia ha espresso fiducia sul fatto che “le nuove assegnazioni allevieranno le sofferenze quotidiane degli agenti penitenziari”.

Il grido d’allarme del sindacato

Ben diverso il tono del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe), che denuncia la situazione come insostenibile.
«In questo istituto come negli altri – ha dichiarato il segretario generale Donato Capece – abbiamo la presenza di psichiatrici, tossicodipendenti e persone che in carcere non dovrebbero stare, ma soprattutto una grave carenza di organico. I nostri agenti sono eroi silenziosi, sottoposti ogni giorno a uno stress da lavoro enorme».

Capece, che in primavera aveva visitato la casa circondariale del Coroneo di Trieste, ha ribadito la necessità di interventi urgenti per garantire condizioni di lavoro dignitose e sicurezza sia per il personale che per i detenuti.

Un sistema in sofferenza

Le carceri del Friuli Venezia Giulia, e in particolare quella di Pordenone, continuano dunque a rappresentare un anello debole del sistema penitenziario nazionale. L’arrivo di un solo agente appare più simbolico che risolutivo, mentre cresce il divario tra le esigenze reali e le risposte fornite dal governo.

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