Economia & LavoroRegione FVG
Economia resiliente in FVG: export +6,6% e Pil in crescita
Export in crescita del 6,6%, Pil +0,3%, inflazione stabile: l’economia del Friuli-Venezia Giulia mostra resilienza e capacità di adattamento, puntando su innovazione, digitale e nuove competenze
Nonostante dazi, guerre e instabilità geopolitica, l’economia del Friuli-Venezia Giulia dimostra una tenuta moderata ma significativa. È quanto emerge dall’Osservatorio sull’economia del Friuli-Venezia Giulia presentato dalla Camera di Commercio Pordenone-Udine (qui il report completo), con la partecipazione del presidente Giovanni Da Pozzo, dell’assessore Sergio Emidio Bini, dell’economista Marco Martella e della responsabile del Centro studi camerale Elisa Qualizza.
I dati evidenziano un Pil in crescita dello 0,3% nel 2025 e dello 0,7% nel 2026, in linea con la media nazionale. L’inflazione, stabile all’1,8%, si mantiene sotto controllo e inferiore ai picchi europei, con Udine a quota 2% e Pordenone all’1,5%.

Un momento della presentazione dei dati dell’Osservatorio
Export, cantieristica e macchinari trainano la ripresa
A sostenere il quadro positivo è soprattutto l’export, cresciuto del 6,6% nel primo semestre 2025. La cantieristica navale fa da locomotiva con un balzo del +35,8% (oltre 600 milioni di euro di incremento), seguita da macchinari (+8,8%), mobili (+7,4%) e alimentari e bevande (+12%).
Gli Stati Uniti si confermano secondo mercato di riferimento con il 17,6% dell’export totale regionale. Tuttavia, le tensioni sui dazi USA iniziano a farsi sentire, in particolare nei settori del mobile (-19,2%) e della metallurgia (-62,7%).
Credito: famiglie più fiduciose, imprese in sofferenza
Il credito alle imprese cala dell’1,4%, con Pordenone in flessione (-5,3%) e Udine in lieve rialzo (+0,2%). A soffrire maggiormente sono le piccole imprese (-7,1%), mentre le famiglie consumatrici aumentano la domanda di prestiti del 2,4%, segnale di fiducia nella stabilità economica.
Imprese e lavoro: crescita lenta ma stabile
Al 30 settembre 2025 si contano 224 nuove imprese (+0,23% rispetto al 2024), con aumenti significativi nei servizi alle imprese (+3,9%), nelle attività finanziarie (+3,7%) e nelle professioni tecniche (+3,1%).
Il tasso di occupazione si attesta al 68,4%, superiore alla media italiana, con disoccupazione al 5,3%. Resta però alta la difficoltà di reperimento del personale (55%), che raggiunge il 69,8% per gli operai specializzati.
Ateco 2025, la nuova bussola per la trasformazione economica
Dal 1° aprile è entrata in vigore la nuova classificazione Ateco 2025, che aggiorna la fotografia del sistema produttivo. La novità più rilevante è la sezione K, dedicata a informatica, telecomunicazioni e infrastrutture digitali, con 2.149 imprese attive in regione.
In crescita anche i settori green (35 imprese nella produzione di energia rinnovabile) e turistici, con 595 strutture alberghiere e 498 alloggi per soggiorni brevi.
Le voci dei protagonisti
Giovanni Da Pozzo, presidente della Camera di Commercio, ha sottolineato la resilienza del sistema regionale:
“Il Friuli-Venezia Giulia continua a dimostrare capacità di adattamento e innovazione. La fiducia va alimentata con strumenti concreti per imprese e lavoratori. L’intelligenza artificiale sarà la prossima sfida, e vogliamo essere pronti a sostenerla”.
L’economista Marco Martella ha aggiunto: “Se siamo solidi fisicamente, possiamo anche prenderci un raffreddore senza conseguenze letali. L’economia regionale ha fondamenta solide e una struttura industriale che reagisce alle crisi globali”.
Per Elisa Qualizza, la nuova Ateco è “la bussola per intercettare i settori che guideranno la crescita”, offrendo un quadro aggiornato dell’evoluzione digitale e sostenibile del sistema produttivo.

Un momento della presentazione dei dati dell’Osservatorio
Bini: “Da 85 a 580 milioni investiti per sostenere il sistema”
L’assessore Sergio Emidio Bini ha ricordato l’impegno della Regione: “Quando ho iniziato avevamo 85 milioni di budget annuale, oggi siamo a 580 milioni investiti nei settori economici. Il sistema sta rispondendo, ma dobbiamo superare il limite dimensionale delle nostre imprese: servono più patrimonializzazione, capitalizzazione e fusioni per competere sui mercati globali”.
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