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Trieste, rimossa rete fantasma a Barcola: i fondali diventano “rifiuti free” dopo 120 immersioni

Una rete fantasma lunga 30 metri rimossa dai fondali dei Topolini. Dopo 4 anni e 120 immersioni dichiarata “rifiuti free” la fascia costiera di Barcola

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Rete da pesca - Rete da pesca rimossa
Rete da pesca ( © Depositphotos)

TRIESTE – Nei fondali antistanti i Topolini di Barcola è stata rimossa una rete da pesca lunga circa 30 metri, uno degli strumenti fantasma più pericolosi per la fauna marina. L’intervento è stato realizzato dal Comitato regionale Fipsas FVG, dall’Asd SubSea Club Trieste, dall’associazione L’Altritalia Ambiente, con la collaborazione dell’Area Marina Protetta di Miramare e del Nucleo sommozzatori della Guardia di Finanza.

La rete, abbandonata da tempo, era in gran parte interrata sotto uno spesso strato di sabbia, una condizione che complicava ulteriormente le operazioni. Le correnti, infatti, ne modificavano di continuo la posizione, rendendola una trappola imprevedibile per pesci e flora marina. La sospensione della sabbia ha ridotto progressivamente la visibilità dei sub, ma grazie alla loro esperienza e preparazione è stato garantito lo svolgimento in piena sicurezza.

La rimozione e il recupero dei rifiuti

Una volta recuperata la rete, il gruppo di lavoro si è spostato verso il lungomare del California, dove sono stati sollevati tramite palloni di sollevamento due grandi pneumatici da camion, un pneumatico d’auto, oltre a fasciami in plastica e resti di cabine degli stabilimenti balneari. Tutto il materiale è stato poi trasferito sulle imbarcazioni tramite gru.

Barcola “rifiuti free” nei primi 50 metri dalla riva

Con questo intervento si chiude la fase invernale 2025 del progetto. Dopo 4 anni di lavori, oltre 120 immersioni e 30 interventi complessivi, il Gruppo Dondoli può dichiarare ufficialmente che tutto il fondale dalla Pineta di Barcola alle scalette del bivio di Miramare, entro i primi 50 metri dalla riva, è rifiuti free per quanto riguarda i rifiuti visibili.

Importante anche il supporto dell’Area Marina Protetta di Miramare, che ha messo a disposizione due imbarcazioni e ha seguito tutte le fasi di recupero.

Le voci dei protagonisti

«Siamo sempre soddisfatti di questi risultati – ha dichiarato il vicepresidente Fipsas Gianluca Coidessa –. I subacquei volontari hanno mappato la zona nelle settimane precedenti, individuato i rifiuti e pianificato ogni fase. Il lavoro è stato svolto in modo preciso, proficuo e sicuro».

Presente anche il Nucleo sommozzatori della Guardia di Finanza, che ha garantito un gommone operativo con personale di bordo e un sub impegnato direttamente nelle immersioni. A sostenere l’iniziativa anche il Comune di Trieste e AcegasApsAmga per lo smaltimento dei materiali recuperati.

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