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Trieste, un’opera strategica per l’acqua: al via la terza linea dell’acquedotto
Presentato il progetto della terza linea dell’acquedotto di Trieste: 20 km sul Carso e 180 milioni di euro per rafforzare sicurezza idrica, resilienza della rete e risposta al cambiamento climatico
Un investimento da 180 milioni di euro per rafforzare la sicurezza idrica, aumentare la resilienza della rete e rispondere alle sfide del cambiamento climatico. È questo l’obiettivo del progetto della terza linea dell’acquedotto di Trieste, presentato oggi e destinato a diventare una delle opere infrastrutturali più rilevanti degli ultimi decenni per il capoluogo giuliano.
Un’opera attesa da decenni
La nuova infrastruttura si svilupperà per circa 20 chilometri sull’altipiano carsico, andando a potenziare in modo significativo l’attuale sistema di approvvigionamento idrico. Un intervento pensato per aumentare la sicurezza e la continuità del servizio, soprattutto in un contesto climatico sempre più instabile.
A sottolinearne il valore strategico è stato l’assessore regionale alla Difesa dell’ambiente Fabio Scoccimarro, che ha definito il progetto “una risposta concreta alle sfide del cambiamento climatico e della sicurezza degli approvvigionamenti”, temi centrali nell’agenda della Regione.
L’assessore regionale Fabio Scoccimarro con il progetto del terzo acquedotto di Trieste
Acqua come bene primario
“L’acqua è il nostro bene più prezioso e la sua gestione deve essere improntata alla massima efficienza”, ha ribadito Scoccimarro. Il nuovo acquedotto, grazie a un investimento complessivo di 180 milioni di euro, consentirà di rendere il sistema idrico triestino più resiliente e affidabile, riducendo il rischio di criticità e interruzioni.
Non solo nuove condotte: l’opera rappresenta una vera e propria messa in sicurezza del futuro di cittadini e imprese, in una città che da sempre deve fare i conti con una particolare vulnerabilità idrica.
Una visione integrata tra rete, depurazione ed efficienza energetica
Il potenziamento dell’acquedotto rientra in una visione sistemica della gestione idrica, che comprende anche il monitoraggio costante dei depuratori, l’ottimizzazione dei flussi e il miglioramento complessivo del sistema idrico integrato.

La presentazione del progetto del terzo acquedotto di Trieste che si è tenuta in Comune
Grande attenzione è riservata anche all’efficienza energetica dei nuovi impianti, considerata un tassello fondamentale di quella che l’assessore ha definito una “transizione ecologica pragmatica, non ideologica”: meno sprechi, maggiore sostenibilità e costi più contenuti nel lungo periodo.
Collaborazione istituzionale e ruolo chiave dei gestori
Secondo Scoccimarro, il progetto è anche il risultato di una programmazione lungimirante e della collaborazione tra istituzioni e gestori del servizio. In particolare, il lavoro con AcegasApsAmga dimostra come l’integrazione dei servizi sia essenziale per garantire infrastrutture moderne ed efficienti.
Un tassello del Masterplan regionale per la sicurezza idrica
La terza linea dell’acquedotto di Trieste è stata sviluppata e proposta da AcegasApsAmga e finanziata nell’ambito del Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico (Pniissi), grazie al ruolo di Ausir, l’ente di governo d’ambito del Servizio idrico integrato del Friuli-Venezia Giulia.
L’opera rientra tra le più importanti previste dal Masterplan regionale per la sicurezza idrica, confermando la regione come avanguardia nazionale nella gestione delle risorse naturali e nei servizi ai cittadini.
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