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ARLeF: vuoi imparare l’inglese? Studia il friulano!

Oltre il 76% dei genitori (dati USR) ha già ha detto di sì al friulano a scuola per i propri figli

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FRIULI – Il 76% dei genitori, lo scorso anno, ha detto di sì al friulano a scuola per i propri figli, come mostrano i dati dell’Ufficio Scolastico Regionale. Qualcuno potrebbe domandarsi il perchè di questa scelta, fatta oggi, in un mondo globalizzato. La risposta è semplice: è sempre più radicata la consapevolezza dei vantaggi cognitivi, sociali e culturali di un’educazione plurilingue, come peraltro dimostra la ricerca scientifica. Un esempio su tutti? Un bambino che studia il friulano impara meglio anche l’inglese. Da non trascurare, poi, una maggiore capacità di apprendimento e velocità di comprensione, maggiori abilità logico-matematiche e creative, ma pure di adattamento, una più ampia apertura verso l’altro e molto ancora.

In Friuli, tutti i bambini hanno l’opportunità di apprendere la lingua del territorio in maniera naturale. Al momento dell’iscrizione alla scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, si può scegliere l’insegnamento del friulano per tutta la durata del ciclo scolastico: parliamo di almeno 30 ore all’anno, secondo quella che a livello europeo è riconosciuta come la metodologia didattica più efficace e all’avanguardia, l’Insegnamento Integrato di Lingua e Contenuto e senza sottrarre ore ad altre materie. La legge prevede infatti che sia inserito nel 20% del curriculum individuato dalle scuole in autonomia. La scelta viene fatta al momento dell’iscrizione sul portale del MIUR  ma è possibile rivolgersi anche alla segreteria della scuola per maggiori delucidazioni.

Proprio in vista della scadenza dell’iscrizione scolastica, il prossimo 25 gennaio, per meglio illustrare i vantaggi di questa scelta, l’ARLeF – Agenzia Regionale per la Lingua Friulana ha realizzato un’utile guida: “Crescere con più lingue”, scaricabile dal sito www.arlef.it, arricchita dalla testimonianza di docenti e di importanti esperti, tra cui Luca Melchior, linguista e professore dell’Alpen-Adria Universität di Klagenfurt specializzato proprio in plurilinguismo. Dai dati raccolti emerge come un bambino che cresce studiando il friulano impara prima a leggere, dispone di una grande attenzione selettiva e ha maggiore facilità nel passare da un compito all’altro. Ma non solo. Il plurilinguismo contribuisce alla salute del cervello (che si mantiene giovane ed elastico, ritardando i rischi di demenza e Alzheimer) e migliora opportunità per la vita privata e per il successo professionale (per le loro competenze linguistiche e le abilità gestionali e relazionali, i lavoratori plurilingui sono più ricercati e guadagnano di più dei monolingui). Un altro aspetto da non trascurare è poi l’importanza di sostenere la scelta anche in famiglia. Anche di questo parla la guida che offre molti utili consigli sulle strategie linguistiche più idonee da usare, quale il metodo “una persona-una lingua” (quando un solo genitore conosce il friulano, ciascun genitore parlerà al figlio sempre e solo nella lingua che conosce) e il metodo “lingua della famiglia” (quando tutti e due i genitori conoscono il friulano, parleranno al figlio sempre in friulano, passando all’italiano solo quando necessario).

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1 Commento

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  1. Avatar

    yorick

    17 Gennaio 2021 at 01:10

    Per me ognuno può parlare la lingua che più gli aggrada purchè : 1) La lingua ufficiale dello Stato non venga subordinata alla lingua parlata ; 2) La lingua parlata non ufficiale dello Stato non venga imposta nè esplicitamente nè surrettiziamente ad altri nei rapporti tra parlanti lingue diverse mantenendo sempre e comunque la primazia della lingua ufficiale dello Stato; 3) I costi derivati dall’insegnamento e dall’uso della lingua estranea alla lingua ufficiale non vadano a gravare in alcun modo contabile su chi usa la lingua ufficiale dello Stato e a modificare a favore dei parlanti la lingua non ufficiale dello Stato la ripartizione dei trasferimenti. Insomma, niente trucchi cari amici friulani, perchè c’è già molta carne al fuoco di cui si dovrà discutere in base alla parziale o totalmente mancante applicazione dei Trattati Internazionali!

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