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Cronaca & Attualità

Anniversario del terremoto, Fedriga: “Va riscoperto il senso di comunità”

“Nella tragedia del ’76 – ha sottolineato Fedriga – l’obiettivo era quello di farcela assieme, lo sguardo non si fermava solo alle proprie difficoltà. Ed è stato questo il successo del modello Friuli”

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GEMONA DEL FRIULI – “La rinascita del Friuli nel post-terremoto è stata il frutto di molteplici aspetti, fra cui la capacità di rimboccarsi le maniche dei friulani, la volontà di mettersi a disposizione degli altri, la solidarietà ma fu dovuta, soprattutto, al senso di comunità. Dobbiamo riscoprire quel senso di comunità anche in questa pandemia perché oggi i percorsi individuali rischiano di farci perdere la battaglia contro il virus”. Lo ha detto il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, durante le celebrazioni per il 45esimo anniversario del terremoto del ’76, a Gemona del Friuli, accompagnato dal vicegovernatore Riccardo Riccardi e dall’assessore alle Finanze Barbara Zilli.

“Nella tragedia del ’76 – ha sottolineato Fedriga – l’obiettivo era quello di farcela assieme, lo sguardo non si fermava solo alle proprie difficoltà. Ed è stato questo il successo del modello Friuli: pensare cioè che le difficoltà si superano insieme. Dobbiamo porci questa riflessione nell’attuale contesto pandemico e proporre questo modello anche a livello nazionale: il rischio è cadere in un individualismo che ci farà perdere la battaglia contro il virus”.

Le celebrazioni hanno preso il via nel cimitero Comunale dove il governatore del Friuli Venezia Giulia ha deposto assieme al sindaco di Gemona del Friuli Roberto Revelant, una corona in memoria di tutte le vittime del terremoto e sono seguite, con la deposizione di una corona, al monumento eretto a memoria delle vittime del terremoto e dell’opera di soccorso portata alla popolazione dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco per giungere poi alla caserma Goi-Pantanali dove è stata deposta una composizione floreale in memoria degli artiglieri deceduti a seguito del sisma, alla presenza del cappellano militare Don Marco Minin.