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Sollevati dal Lift Him Up 4et di Carnovale, Bosso, Serafini e Marktl

La serata conclusiva di Udin&Jazz winter ed. con il concerto e l’intervista a Dario Carnovale, leader del progetto

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Foto: ©Angelo Salvin

UDINE – Spumeggiante serata conclusiva in quel del Palamostre con un progetto di rara intensità, nato una decina di anni or sono e che ha riscosso una marea di applausi a conclusione della prima rassegna “invernale” del progetto di Euritmica in quel di Udine.

«Non c’è emozione, nel senso di paura, timore o quell’emozione propria del tornare sul palco» ci racconta Dario Carnovale, leader del quartetto qualche ora prima dell’inizio «più che altro c’è la voglia di suonare, tanta. Ecco mi emoziono mentre suono se stiamo creando qualcosa di bello, qualcosa di speciale, che rimanga nel cuore del pubblico e di noi musicisti; allora si… davvero mi esalto!»

Ed è andata proprio così a partire dalle ore venti in quel di piazzale Paolo Diacono dopo i convenevoli ed i ringraziamenti (e le frecciatine) del caso del padrone di casa King Giancarlo Velliscig. Qualche minuto più tardi, a metà del brano di apertura, Fabrizio Bosso (uno dei più affermati musicisti jazz del nostro paese, ma la sua fama travalica spesso i confini nazionali) alza la sua tromba sulla perpendicolare come un cavaliere brandisce la propria spada, alla stregua di un parafulmine che chiama a sé gli applausi come per una legge della fisica. Nel mentre DC spara una – due – mille scale sul tappeto ritmico e dorato delle macchine da guerra Simone Serafini e Klemens Marktl. E’ un delirio!

«In questi mesi ho studiato tantissima musica, soprattutto classica» è il dialogo che si fa ora introspettivo con il pianista siciliano ormai adottato in FVG «Chopin, Beethoven, ma soprattutto Liszt su spartiti davvero impegnativi; c’era tanto tempo libero in questi mesi ed allora mi sono dedicato ad un qualchecosa che mi sembrava di aver lasciato per strada: sono partito alla ricerca di lavori di un mio conterraneo, Alessandro Scarlatti, anche lui di Palermo poi spostatosi a Napoli che è tra l’altro il più grande autore teatrale come numero di produzioni in assoluto! Insomma l’approccio è stato quello di andare nel passato non per cercare un qualcosa che non c’è più, non con nostalgia ma per recuperare qualcosa che avevo smarrito oppure che non ne avevo avuto il tempo di approfondire.»

Eh già, il lirismo di Carnovale, la descrittività di Bosso, il tappeto magico di una ritmica che suona con consumata intesa, esaltano due perle quali lo standard Body and Soul ed una traccia dedicata al pianista Luca Flores, una vita straziante. 

Treno in corsa che si solleva letteralmente da terra con tappe New Orleans, Palermo, Torino, Klagenfurt, Friuli, Udine e ritorno: euforia e grande calore umano ed un sacco di luce in maggiore. Spirit, composta dal batterista austriaco ma che pare studiata apposta per FB, uno dei brani più applauditi, coinvolgente e con linee melodiche della tromba davvero accattivanti e ricche di fantasia. «Non è facile organizzare festival di questi tempi, grazie a chi rischia con noi, grazie soprattutto a voi!» indicando il pubblico, è il saluto del trombettista piemontese prima della chiusura.

«In questi giorni se n’è andato un altro mio conterraneo grandissimo, Franco Battiato» è invece la conclusione della chiacchierata con Dario «lui aveva la capacità di imprimere non solo le notte ma anche le parole in testa e poi queste… non ti uscivano più: è una caratteristica che hanno avuto veramente in pochi nella storia della musica. Indimenticabile!»

Per gli appassionati del jazz l’appuntamento (che diverrà fisso) a Udine è per dicembre con la seconda winter edition; ma prima a luglio c’è Grado. Se non avete visto il programma… Paolo Conte, Mehldau, Fresu, Ivan Lins tanto per citare qualcuno…  è il caso di darsi una mossa!

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