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Cronaca & Attualità

Messale in friulano, Bordin scrive alla Cei: «Și arrivi all’approvazione»

Per il presidente del Consiglio regionale “concluderebbe un iter avviato ormai nel secolo passato e che ha già regalato al nostro popolo la Bibie e il Lezionari par Furlan, oltre al generoso patrimonio di canti e musica religiosi”

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UDINE – È con un sentimento di speranza che il presidente del Consiglio regionale del Fvg, Mauro Bordin, si rivolge scrivendo al presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Maria Zuppi, in merito alla recente mancata approvazione del Messâl Roman par Furlan.  Nella sua lettera, Bordin evidenzia “l’apprezzamento per l’impegno del cardinale Zuppi a mantenere aperto il dialogo con i nostri vescovi e col Dicastero per il culto divino e della disciplina dei sacramenti, affinché si giunga alla tanto attesa approvazione del Messâl Roman par Furlan che concluderebbe un iter avviato ormai nel secolo passato e che ha già regalato al nostro popolo la Bibie e il Lezionari par Furlan, oltre al generoso patrimonio di canti e musica religiosi che caratterizzano le nostre fede, cultura e identità”.

“L’opera di traduzione dei testi sacri – ricorda Bordin – ha origine oltre cinquant’anni fa, quando un ristretto gruppo di sacerdoti di Glesie Furlane, un’associazione di prelati e laici impegnati dal punto di vista religioso e culturale, hanno iniziato a declinare a livello locale il messaggio del Concilio vaticano II, dando al friulano lo status di lingua liturgica, con l’appoggio anche dall’allora arcivescovo di Gorizia, Pietro Coccolin”.
“In Friuli cittadini e istituzioni invitano all’approvazione del Messâl Roman par Furlan, confermando il valore che la ‘lenghe furlane’ rappresenta a livello religioso, culturale, istituzionale e popolare”, aggiunge.

Il presidente del Consiglio del Fvg infine ringrazia “i molti vescovi espressisi a favore dell’approvazione del Messâl Roman par Furlan e che hanno compreso l’importanza dell’uso liturgico della lingua friulana, sostenendo esplicitamente il lavoro dei nostri tre vescovi di Udine, Gorizia e Concordia-Pordenone da anni impegnati a portare avanti l’istanza”.

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