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“Triesteabbandonata”, una mostra per celebrare dieci anni di riscoperta dei luoghi perduti

Triesteabbandonata” svela oltre 200 siti dismessi a Trieste e in Friuli-Venezia Giulia. Un viaggio di 10 anni tra caserme, fabbriche e ville storiche che riporta alla luce spazi abbandonati, ispirando nuovi progetti di recupero e valorizzazione

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Alcune immagini delle mostra "Triesteabbandonata"
Alcune immagini delle mostra "Triesteabbandonata"

Da dieci anni il progetto “Triesteabbandonata” riporta alla luce siti un tempo vitali e oggi caduti nell’oblio. Nato dall’iniziativa della fotografa Giada Genzo, della giornalista Micol Brusaferro e dell’esperto di comunicazione Emilio Ripari, il lavoro è stato presentato in una mostra inaugurata lo scorso 2 aprile presso il centro commerciale Montedoro di Muggia.

"Triesteabbandonata" compie 10 anni

“Triesteabbandonata” compie 10 anni

Una mappatura di oltre 200 siti

Dai magazzini alle caserme, dalle ville storiche alle scuole, passando per fabbriche, ristoranti, stazioni ferroviarie, colonie e alberghi: in dieci anni sono stati mappati e descritti oltre 200 immobili abbandonati a Trieste e in Friuli-Venezia Giulia. Un censimento capillare che ha ridato voce a luoghi dimenticati e, spesso, ne ha ricostruito la storia.

Alcune immagini delle mostra "Triesteabbandonata"

Alcune immagini delle mostra “Triesteabbandonata”

Un contributo prezioso per le istituzioni

A riconoscere l’alto valore di questa iniziativa è stato Pierpaolo Roberti, assessore regionale alle Autonomie locali, che ha definito il progetto un preziosissimo contributo per risvegliare l’attenzione sulle aree dismesse e sollecitare interventi di riqualificazione. Un esempio concreto è l’ex Fabbrica macchine di Trieste, per cui la Regione ha già stanziato ingenti risorse volte alla sua rigenerazione.

Il futuro della rigenerazione urbana

“Triesteabbandonata” non si limita dunque a raccontare il passato, ma invita a progettare un futuro in cui gli spazi recuperati tornino a essere luoghi di socialità, cultura e sviluppo economico. In questo senso, la mostra si propone come stimolo per le istituzioni e per l’intera comunità affinché continuino a investire sulle potenzialità di un territorio ricco di storie nascoste e di spazi in attesa di una nuova vita.

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