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Non toccare i cuccioli di cervo e capriolo: l’allarme di Federcaccia

Federcaccia lancia l’allarme: attenzione ai cuccioli nei prati e nei boschi, non toccateli o rischiate di causarne l’abbandono.

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Capriolo
Capriolo ( © Depositphotos)

Ogni anno, con l’arrivo della primavera, i prati e i boschi del Friuli-Venezia Giulia diventano culla di vita per i cuccioli di capriolo e cervo. Maggio, in particolare, è il mese in cui si concentra la maggior parte delle nascite, e con esse arrivano anche i primi incontri occasionali tra animali selvatici e persone durante passeggiate o escursioni. Proprio per questo motivo, le guardie venatorie di Federcaccia lanciano un accorato appello ai cittadini: attenzione, rispetto e soprattutto nessun contatto fisico con i piccoli, per quanto possa sembrare un gesto innocuo o compassionevole.

Una strategia naturale di sopravvivenza

Come spiegato da Salvatore Salerno, coordinatore regionale delle guardie Federcaccia, è frequente imbattersi in cuccioli apparentemente abbandonati, immobili nell’erba alta o nascosti tra i cespugli. Questo comportamento, tuttavia, non è sintomo di pericolo o sofferenza, bensì una strategia evolutiva: i piccoli rimangono fermi per non attirare l’attenzione dei predatori, mentre la madre si tiene a distanza per sorvegliarli o per nutrirsi.

“Questi animali stanno bene – chiarisce Salerno – e il loro comportamento è del tutto normale nei primi giorni di vita.”

Perché non bisogna mai toccarli

L’intervento umano, seppur mosso da buone intenzioni, può avere conseguenze fatali. Il solo contatto con un cucciolo può trasferirgli l’odore umano, rendendolo irriconoscibile alla madre. In tal caso, l’adulto potrebbe abbandonarlo, considerandolo potenzialmente compromesso o minaccioso per il resto della cucciolata.

“È fondamentale allontanarsi rapidamente e non interferire in alcun modo – avverte Salerno –. Lasciamo fare alla natura il suo corso.”

Cani al guinzaglio e rispetto per la fauna selvatica

Un altro aspetto cruciale riguarda la gestione dei cani durante le escursioni in aree naturali. La raccomandazione è sempre la stessa: tenere i cani al guinzaglio, anche quelli più docili, perché il loro istinto potrebbe portarli a disturbare o ferire cuccioli nascosti o madri nei paraggi, aumentando lo stress sugli animali selvatici.

Cosa fare in caso di reale emergenza

In presenza di cuccioli feriti o chiaramente in difficoltà, l’unica azione corretta è quella di contattare gli enti preposti. Non bisogna mai agire autonomamente. Le guardie venatorie ricordano i riferimenti da chiamare:

  • Corpo forestale regionale: 800 961 969
  • Guardie venatorie Federcaccia: 331 3509109

“Affidiamoci agli esperti – conclude Salerno – solo così possiamo davvero aiutare la fauna selvatica.”

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