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“Ringrazia non sia la tua gola”: condannato per minacce al giornalista Rai

Una frase intimidatoria su Twitter costa cara a un manifestante No Green Pass: condanna per minacce al giornalista Rai Antonio Di Bartolomeo.

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Twitter ( © Depositphotos)

Un tweet minaccioso pubblicato nel 2021 durante le proteste No Green Pass è costato una condanna per minacce e diffamazione a un 64enne. L’uomo aveva scritto: “Ringrazia non sia la tua gola, venditore di fake news”, rivolgendosi al giornalista Rai del Friuli-Venezia Giulia, Antonio Di Bartolomeo. Il post era una reazione alla denuncia del reporter, che aveva pubblicato la foto di un mezzo Rai vandalizzato durante un presidio davanti al varco 4 del porto di Trieste.

Una sentenza che punisce le parole d’odio

Il giudice Alessio Tassan ha emesso la sentenza il 15 maggio scorso, stabilendo per l’imputato una multa di 500 euro, oltre al pagamento delle spese processuali. Ma la parte più significativa riguarda il risarcimento danni riconosciuto non solo a Di Bartolomeo, ma anche alla Rai, all’Ordine dei giornalisti e all’Assostampa Fvg, che si erano costituiti parte civile.

Il manifestante, noto per le sue posizioni No Green Pass e No Vax, è stato condannato a risarcire tutte le parti civili, comprese le spese legali. Gli avvocati coinvolti nel processo sono stati Carlo Sciarelli per il giornalista, Luca Tirapelle per la Rai e Antonio Santoro per Ordine e Assostampa. L’ammontare complessivo da versare supera i 10mila euro.

Il contesto: giornalisti nel mirino delle proteste

L’episodio si inserisce in un clima di forte tensione verso l’informazione durante le proteste No Green Pass del 2021. Assostampa Fvg ha ricordato come quello in oggetto sia il terzo processo concluso con una condanna a tutela di giornalisti minacciati o aggrediti mentre svolgevano il loro lavoro. Tra i casi precedenti, anche l’aggressione al giornalista Gianluca Paladin di Telequattro. In quel periodo si registrarono anche tentati assalti alle sedi Rai e del quotidiano Il Piccolo.

Le parole del giornalista

Antonio Di Bartolomeo ha espresso gratitudine verso Rai, sindacato e Ordine dei giornalisti, sottolineando il valore della solidarietà istituzionale e della difesa del giornalismo libero. “Virtuale è reale – ha detto – ciò che viene espresso su internet non può restare impunito, se si tratta di un reato. È questo il motivo per cui abbiamo scelto di portare avanti la battaglia legale fino alla condanna in primo grado”.

Il caso rappresenta un segnale importante contro l’impunità digitale, riaffermando il principio secondo cui la libertà d’opinione non legittima le minacce né gli attacchi personali. Le sentenze emesse negli ultimi mesi dimostrano una volontà crescente di proteggere il diritto all’informazione e chi lo esercita con professionalità

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