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Diagnosi DSA più efficaci con il progetto “Alfabeto” del Burlo

Parte in FVG un ambizioso progetto per migliorare le competenze di lettura e scrittura e potenziare le diagnosi precoci dei DSA

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Isabella Lonciari e Manuela Giangreco - Progetto "alfabeto" Trieste
Isabella Lonciari e Manuela Giangreco

L’Istituto Burlo Garofolo di Trieste lancia un nuovo progetto sperimentale in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale e l’Assessorato Regionale all’Istruzione. L’obiettivo è potenziare le competenze di lettoscrittura nei bambini e individuare precocemente i disturbi specifici dell’apprendimento (DSA).

Il progetto si svilupperà nelle scuole primarie della regione durante gli anni scolastici 2025-2026 e 2026-2027, applicando il “Programma Alfabeto”, un metodo innovativo per insegnare la lettura e la scrittura sin dalle prime classi.

Risposte efficaci ai reali bisogni scolastici

In Friuli-Venezia Giulia i DSA interessano il 3,1% della popolazione scolastica, ma circa il 30-40% delle visite per sospetto DSA presso l’IRCCS Burlo Garofolo riguarda in realtà difficoltà scolastiche superabili con metodi didattici adeguati.

Questo nuovo approccio mira anche a ridurre gli accessi impropri al Servizio Sanitario Nazionale, evitando diagnosi errate e percorsi clinici non necessari.

Il Programma Alfabeto: metodo e obiettivi

Il progetto si basa su un approccio fono-sillabico strutturato, messo a punto dalla dottoressa Luciana Ventriglia e dal professor Antonio Calvani. Questo metodo si è rivelato efficace, come dimostrato da numerosi studi scientifici, nel facilitare l’apprendimento della lettura nei bambini.

Secondo la dottoressa Isabella Lonciari, dirigente psicologo del Burlo, il metodo ha una forte validazione neurobiologica e si distingue per l’approccio sistematico.

Un trial scientifico senza precedenti in Italia

Il progetto, dal titolo completo “Miglioramento delle competenze di lettoscrittura, individuazione e diagnosi precoce di disturbi specifici dell’apprendimento usando un programma fonico sillabico strutturato nella prima e seconda classe della scuola primaria: un trial randomizzato e controllato (Alfabeto)”, è il primo in Italia su così larga scala.

La dottoressa Manuela Giangreco sottolinea che si attendono risultati significativi in termini di apprendimento e ottimizzazione delle risorse sanitarie. Una volta implementato, il sistema di screening potrà portare benefici concreti per tutta la comunità.

Grande interesse da parte delle scuole

Il progetto è stato presentato il 5 maggio scorso, riscuotendo un ampio consenso tra i docenti. Più di 400 tra insegnanti e dirigenti scolastici hanno partecipato all’evento, dimostrando forte interesse e desiderio di innovazione didattica.

Con queste premesse, il progetto “Alfabeto” si candida a diventare un modello educativo e sanitario d’eccellenza a livello nazionale.

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