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Triestino indagato nel caso dei “turisti della guerra” a Sarajevo

Triestino indagato nel caso dei “cecchini del weekend” a Sarajevo: nuova inchiesta sui crimini della guerra dei Balcani

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Sarajevo
Sarajevo ( © DDW)

C’è anche un triestino tra gli indagati nel caso dei cosiddetti turisti della guerra, cittadini italiani che – secondo le prime ricostruzioni – pagavano per sparare ai civili durante la guerra dei Balcani. Lo riporta Telequattro, citando fonti investigative e confermando che l’indagine aperta dalla Procura di Milano riguarda anche il Friuli-Venezia Giulia.

Il ruolo del Sismi

A far emergere l’agghiacciante vicenda fu il Sismi, l’ex Servizio segreto per la sicurezza militare italiano, che aveva scoperto come alcuni soggetti partissero da Trieste per prendere parte a un “safari umano” a Sarajevo, in pieno assedio. I partecipanti avrebbero pagato per impugnare un fucile e sparare a donne, bambini e civili dalle postazioni serbe.

L’inchiesta riaperta dopo 30 anni

La verità è tornata a galla grazie a un ex agente dei servizi bosniaci, che ha raccontato tutto allo scrittore Ezio Gavazzeni. Quest’ultimo ha consegnato il materiale raccolto alla magistratura, portando la Procura di Milano ad aprire un fascicolo per omicidio plurimo volontario aggravato da crudeltà e motivi abbietti.

I fatti risalirebbero all’inverno del 1993, mentre il Sismi sarebbe stato informato dai servizi bosniaci all’inizio del 1994, con la segnalazione che il “safari” partiva proprio da Trieste.

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