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Miele FVG 2025: produzione in forte ripresa dopo il crollo, ma il mercato è minacciato dal miele estero

Produzione di miele in crescita in Friuli-Venezia Giulia, ma il mercato soffre per i bassi prezzi causati dalle importazioni straniere.

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Consorzio apistico Udine
Consorzio apistico Udine

I quattro Consorzi apicoltori del Friuli-Venezia Giulia hanno deciso di rilanciare la tradizionale festa dedicata a Sant’Ambrogio, patrono delle api e degli apicoltori. La ricorrenza sarà celebrata con una Santa Messa sabato 6 dicembre alle 11 nel Duomo di Udine, presieduta dall’Arcivescovo Monsignor Riccardo Lamba, che unirà il rito anche al Giubileo degli apicoltori, in vista della conclusione dell’Anno Santo.

Una produzione finalmente “quasi normale” dopo il crollo del 2024

Dopo una stagione 2024 disastrosa, gli 1.800 apicoltori del FVG possono ritrovare un cauto ottimismo. I 38mila alveari regionali hanno prodotto una media di 22-25 kg di miele ciascuno, contro gli appena 8 kg dell’anno precedente: un recupero considerato significativo dagli operatori del settore.

Secondo Marco Felettig, presidente del Consorzio della provincia di Udine, le condizioni climatiche favorevoli e le piogge ricorrenti in estate hanno permesso alle colonie di svilupparsi correttamente. Un risultato che, pur non essendo eccezionale, consente finalmente di parlare di un’annata equilibrata.

I numeri dei raccolti: acacia in ripresa, castagno in difficoltà

Le rese variano molto a seconda delle tipologie:

  • Miele di acacia: 8-10 kg per alveare, dopo l’azzeramento totale del 2024.
  • Millefiori di pianura: 12-15 kg per alveare.
  • Millefiori di montagna: 10-12 kg per alveare.
  • Tiglio della Pedemontana e delle Valli del Natisone: ottimo risultato con 20 kg per alveare.
  • Castagno: il peggiore della stagione, con pochi chili e raccolti disomogenei.

Una stagione dunque positiva ma non uniforme, con alcune eccellenze e un settore ancora fragile.

La vera minaccia: i prezzi bassi causati dal miele estero

Nonostante la ripresa produttiva, il settore deve fare i conti con una problematica sempre più pesante: il mercato all’ingrosso penalizza i produttori italiani.

Felettig sottolinea come, ad eccezione del miele di acacia, i prezzi siano depressi dalla forte presenza di miele importato, spesso di qualità bassa o addirittura dubbia. Per un comparto dove i costi di produzione sono in costante aumento, si tratta di una minaccia concreta alla sostenibilità economica delle aziende apistiche regionali.

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