Seguici su

Idee & Consigli

Dal Día de los Muertos al taco: come la cultura messicana ha messo radici in Italia

Avatar

Pubblicato

il

Dias de los muertos (© Depositphotos)
Dias de los muertos (© Depositphotos)

Negli ultimi vent’anni il Messico è passato, per molti italiani, da sfondo esotico di film e cartoline a presenza concreta nelle città: nei ristoranti di quartiere, nelle parate in costume, nei festival di cinema e persino nel mondo dei giochi digitali. Non si tratta solo di folklore: è il segno di uno scambio culturale sempre più strutturato tra i due Paesi.

Una comunità piccola ma sempre più visibile

La comunità messicana in Italia rimane numericamente contenuta rispetto ad altre collettività straniere, ma è in crescita e sempre più attiva. Studi sull’immigrazione messicana indicavano già nel 2016 circa 4.100 cittadini messicani residenti in Italia.

Più recentemente, fonti legate alla rappresentanza politica degli italiani all’estero riportano che i cittadini messicani residenti in Italia oscillano tra i 6.000 e gli 8.000, mentre gli italiani stabilmente presenti in Messico superano i 21.000 secondo i registri AIRE. È quindi una relazione bidirezionale: non solo “Messico in Italia”, ma anche tanta Italia in Messico, con scambi familiari, professionali e accademici che facilitano la circolazione di idee, piatti, libri, musica.

Sul territorio italiano, i messicani si concentrano soprattutto nelle regioni del Centro-Nord, con Lazio e Lombardia in testa, seguite da Veneto, Emilia-Romagna e Toscana. Anche nelle città di media grandezza la presenza è tangibile: nella sola area metropolitana di Torino, ad esempio, si contano decine di residenti messicani, segno di un radicamento diffuso oltre le grandi capitali.

La rivoluzione dei sapori: la cucina messicana conquista i menù italiani

Il primo contatto per molti italiani con la cultura messicana passa dalla tavola. Figure come la chef Diana Beltran, arrivata in Italia negli anni ’80 e fondatrice del ristorante La Cucaracha a Roma, hanno avuto un ruolo pionieristico nel far conoscere una cucina che l’UNESCO ha riconosciuto come patrimonio culturale immateriale.

Da esperienza di nicchia, la cucina messicana è diventata un fenomeno mainstream. Catene come Calavera Restaurant e Billy Tacos, legate al gruppo Roadhouse, hanno accelerato l’espansione del “fresh-mex” in Italia: già nel 2022 Billy Tacos contava 50 punti vendita sul territorio nazionale.

Nel 2023 l’ambasciatore del Messico in Italia sottolineava come nel Paese fossero presenti oltre 250 ristoranti messicani, commentando l’apertura di un nuovo locale Calavera a Ferrara.

Accanto alle grandi catene, resistono e si sviluppano ristoranti indipendenti che puntano sull’autenticità, come El Pueblo a Roma o La Parrilla Mexicana a Milano, che propongono piatti tradizionali, ingredienti selezionati e spesso serate con musica dal vivo. Il risultato è che tacos, guacamole e margarita sono entrati stabilmente nel vocabolario gastronomico degli italiani, spesso affiancando pizza e sushi fra le scelte “da serata fuori”.

Dal culto dei morti alle piazze italiane: il Día de los Muertos

Se la cucina è la porta d’ingresso più immediata, il cuore simbolico della presenza messicana in Italia è forse il Día de los Muertos. Negli ultimi anni, questa festa – che in Messico unisce memoria dei defunti, colori accesi, musica e altari decorati – è stata adottata da musei, associazioni e comunità locali italiane.

A Roma, l’ambasciata del Messico e il Museo delle Civiltà organizzano celebrazioni con l’allestimento di altari tradizionali, degustazioni di dolci tipici e aperture straordinarie dedicate al Día de Muertos. In molte città – da Bergamo a Bologna, da Firenze a Napoli – si moltiplicano eventi, serate tematiche e laboratori sulle tradizioni messicane legate ai defunti.

Milano è diventata uno dei poli principali di questa “Messico-mania”: ogni anno, in autunno, il centro città ospita una parata del Giorno dei Morti con centinaia di persone truccate da catrinas e catrines che sfilano da piazza della Scala fino al Castello Sforzesco sulle note di mariachi e musiche tradizionali. Iniziative simili si vedono anche in musei come Brescia Musei, che ospita conferenze e incontri per spiegare il significato profondo di questa ricorrenza.

Questi eventi dialogano in modo naturale con la tradizione italiana del 1° e 2 novembre: due culture diverse, ma entrambe segnate dal rapporto forte con i defunti e con il ricordo familiare.

Associazioni, istituzioni e festival: quando lo scambio diventa strutturale

Non sono solo ristoranti e feste a testimoniare la presenza del Messico in Italia. Nel 2014 è stata formalmente fondata l’Associazione Cultura Messicana in Italia, nata dal desiderio di un gruppo di immigrati messicani di condividere la propria cultura nel Paese che li ha accolti, attraverso corsi, eventi e collaborazioni con enti locali.

Sul fronte culturale, Roma ospita la “Muestra de Cine Mexicano”, un festival che nel 2025 è arrivato alla sesta edizione, proponendo sedici film in versione originale e rendendo omaggio alle opere prime di registi come Iñárritu, Cuarón e Guillermo del Toro. L’evento è descritto come l’unico spazio interamente dedicato al cinema messicano in Italia.

Lo scambio è reciproco: in Messico, la Cineteca Nacional di Città del Messico ospita la “Semana de Cine Italiano”, una rassegna organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura e da Cinecittà, arrivata alla quarta edizione nel 2024, inserita nelle celebrazioni per i 150 anni di relazioni diplomatiche tra i due Paesi.

Questa rete di associazioni, festival e istituzioni fa sì che la cultura messicana non sia presente solo come “moda” del momento, ma come interlocutore stabile nella programmazione culturale italiana.

Calaveras ovunque: dalla moda ai giochi digitali

L’immaginario messicano – in particolare quello legato al Día de los Muertos, con teschi decorati e colori accesi – è esploso anche nella cultura pop italiana. Le calaveras compaiono su magliette, tatuaggi, poster, scenografie di locali e cocktail bar a tema.

L’influenza si vede anche nel mondo dell’intrattenimento ludico: videogiochi, giochi da tavolo e prodotti digitali richiamano sempre più spesso l’estetica messicana. In questo panorama rientrano anche titoli ispirati ai teschi e alle celebrazioni del Día de los Muertos, come esqueleto explosivo 2, la slot a tema teschi, che riprende in chiave grafica e sonora l’iconografia dei mariachi-scheletro e dei colori festosi tipici della festa, testimoniando come questo immaginario sia diventato riconoscibile anche per il pubblico italiano.

È un segnale di quanto l’estetica messicana sia entrata nel vocabolario visivo contemporaneo, pur sollevando talvolta discussioni su commercializzazione e banalizzazione di simboli che nascono da pratiche spirituali e familiari molto profonde.

Uno scambio destinato a crescere

Guardando ai flussi migratori, alle relazioni diplomatiche e alla popolarità crescente di cinema, musica e gastronomia messicana in Italia, tutto lascia pensare che questa presenza non sia una moda passeggera. La giovane generazione di italo-messicani, le collaborazioni tra università, l’azione degli istituti di cultura e l’intreccio quotidiano tra ristorazione, eventi e media digitali indicano uno scenario in cui il Messico continuerà a essere “di casa” in Italia.

Dalle tavole imbandite ai cinema d’essai, dalle parate del Giorno dei Morti alle grafiche dei giochi online, la cultura messicana ha trovato nel contesto italiano un terreno fertile. La sfida per il futuro sarà far crescere questa relazione in profondità, passando dall’entusiasmo per i colori e i sapori alla comprensione delle storie, delle persone e dei valori che li hanno generati.

Google News Rimani aggiornato seguendoci su Google News!
SEGUICI

Continua a leggere le notizie di Diario FVG e segui la nostra pagina Facebook

Contenuti sponsorizzati
Clicca per commentare

You must be logged in to post a comment Login

Tu cosa ne pensi?