Economia & Lavoro
Montagna FVG resiliente, oltre 5mila imprese e saldo positivo dal 2021
La montagna del Friuli-Venezia Giulia registra per il quarto anno consecutivo un saldo positivo di imprese. Crescono servizi e costruzioni, ma resta il nodo del calo demografico e dell’accessibilità

La montagna del Friuli-Venezia Giulia mostra segnali incoraggianti sul fronte economico, confermandosi per il quarto anno consecutivo in saldo positivo di imprese. A certificarlo è la nuova Analisi economica della montagna del Friuli Venezia Giulia, elaborata dal Centro Studi della Camera di Commercio di Pordenone-Udine su dati Istat e Infocamere grazie a Elisa Qualizza con la collaborazione di Alberto Mazzola.
Un risultato che assume ancora più valore se letto in parallelo con il pesante calo demografico che interessa le aree montane: tra il 2019 e il 2025 i residenti sono diminuiti del 5,5%, contro l’1,3% della media regionale.
Oltre 5mila imprese attive: il segno “più” dal 2021
Al 31 dicembre 2024 risultano 5.018 sedi di impresa registrate nei 58 comuni montani del Fvg. Dopo quasi un decennio di saldi negativi – con l’unica eccezione del 2018 legata all’ingresso di Sappada – il 2021 ha segnato la svolta con un saldo positivo di +93 imprese.
Il trend è proseguito anche negli anni successivi, fino a chiudere il 2024 con un incremento di 43 unità, pari a +0,9% su base annua, confermando una fase di rinnovata vitalità imprenditoriale.
Servizi e costruzioni spingono la crescita
A trainare l’aumento delle imprese sono soprattutto i servizi, che registrano la variazione percentuale più significativa (+5,5%), seguiti dalle costruzioni (+1,6%).
Resta stabile il settore primario, mentre si rilevano flessioni in commercio, industria, alloggio e ristorazione. Proprio quest’ultimo, però, continua a rappresentare una peculiarità della montagna friulana: l’incidenza delle imprese di alloggio e ristorazione è infatti quasi doppia rispetto alla media regionale (17,1% contro 9,4%), così come quella del settore primario (17,9% contro 12,7%).
Più imprese femminili, artigiane e giovanili
Il tessuto economico montano si distingue anche per una forte presenza di imprese femminili, che raggiungono il 26,4%, ben al di sopra del 22,5% regionale. Il dato sale fino al 30,1% nel Canal del Ferro e Val Canale.
Superano la media del Friuli-Venezia Giulia anche le imprese artigiane (29,0% contro 28,6%) e le imprese giovanili (8,4% contro 7,6%), segnale di una capacità di rinnovamento che resiste alle difficoltà strutturali del territorio.
Demografia in calo: Canal del Ferro e Val Canale le aree più fragili
Il rovescio della medaglia resta il declino demografico. Nei 58 comuni montani del Fvg la popolazione è scesa da 63.371 a 59.865 residenti tra il 2019 e il 2025.
La situazione più critica, in termini relativi, riguarda il Canal del Ferro e Val Canale, dove l’indice demografico è passato da 100 a 93,7, confermando una dinamica di spopolamento strutturale.
Da Pozzo: “Serve sostenere questa trasformazione”
«I dati ci raccontano una montagna che, nonostante il costante e doloroso calo demografico, sta dimostrando una capacità di reagire e di attrarre iniziative», sottolinea Giovanni Da Pozzo, presidente della Camera di Commercio Pordenone-Udine.
Giovanni Da Pozzo
«Il saldo positivo delle imprese non è un evento isolato, ma il segnale di una trasformazione che dobbiamo sostenere. Come istituzioni abbiamo l’obbligo di creare condizioni strutturali, migliorando soprattutto infrastrutture e accessibilità, per permettere di tornare a vivere e lavorare in montagna con prospettive di futuro».
Accessibilità, la grande sfida della montagna
Proprio l’accessibilità resta uno dei nodi principali. Ben due comuni su tre sono classificati come periferici o ultra-periferici (65,5% e 8,6%).
I tempi medi di collegamento confermano le difficoltà:
- 63,9 minuti per raggiungere l’aeroporto più vicino (74,5 minuti nel Pordenonese montano);
- 44,3 minuti per arrivare a una stazione ferroviaria attiva (52,5 minuti in Carnia);
- 23,1 minuti per l’accesso autostradale.
Una nota positiva arriva dal turismo: oltre la metà dei comuni montani (51,7%) è classificata da Istat come ad alta o molto alta densità turistica, grazie alla vicinanza a siti di interesse.
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