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Artisti per la Joppi: Rocco Burtone, Natalie Fella, Hugo Samek, Simone Serafini

Cristina Marsili: “la biblioteca pubblica diventi ancora di più parte di un progetto di rinascita dell’Italia, un luogo di libertà e di creatività!”

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foto: Serafini, Samek, Burtone, Fella

UDINE – <<Siamo una società che crede che ogni vita abbia davvero un valore? Ci battiamo gli uni per gli altri, non solo quando è facile ma anche quando è difficile? E infine, siamo una società che rifiuta di essere governata dalla paura, che è la malattia da cui siamo affetti oggi e che sceglie, invece, di alzarsi, di unire le forze per costruirne una informata e ispirata dall’amore? La scelta che abbiamo davanti è fra l’amore e la paura. Questa è la domanda più importante che dobbiamo fare a noi stessi>>. E’ il cuore dell’intervento di Natalie Fella, attrice ed insegnante della Nico Pepe che porta la sua testimonianza di vicinanza alla biblioteca sulla rubrica #Quarantenadartista che prosegue ogni giovedì pomeriggio sulla pagina facebook della Joppi.

Biblioteca che proprio in questi giorni sta riaprendo, lanciando – come si suol dire, il cuore oltre l’ostacolo, come ci spiega Cristina Marsili, Responsabile dei Servizi Innovativi della medesima: <<siamo entrati nella fase 2 di questo tempo sospeso e le biblioteche si stanno attrezzando per poter ritornare ad essere quelle piazze del sapere  in cui i cittadini si possano incontrare stabilendo relazioni intellettuali, ma anche affettive. Da sempre le nostre biblioteche sono un luogo d’incontro ed ora che ci è impedito quello fisico ringraziamo veramente tutti gli artisti e i professionisti che attraverso il nostro canale social hanno dato e vorranno dare testimonianza della loro vicinanza alla biblioteca, ma soprattutto ai nostri lettori>>.

<<Non sarebbe stato facile uccidere l’uomo vecchio. Non sarebbe stato facile disfarsi del peggio di sé.>> Una lectio sull’opera di Cortazar quella donata da Hugo Samek, artista a 360 gradi conterraneo di uno dei grandi del Novecento. Centrale il tema della rinascita e della direzione da prendere perchè <<siamo ancora figli di questi uomini e donne che ci hanno tirato su dalla miseria, umana, culturale, economica, morale, politica; se abbiamo bisogno di trovare la forza per rimetterci ancora in moto – e certamente ne abbiamo bisogno – dobbiamo forse guardare, con i nostri occhi, nella direzione che loro ci hanno indicato>>.

Simone Serafini, contrabbassista nonché insegnante di musica al Conservatorio di Udine prima, quello di Messina ora, ci immerge nel parallelismo tra musicista e pirata, musicista e viaggiatore, musicista e tennista in quanto <<la musica è una finestra sulla nostra esistenza, ci porta a più stretto contatto con la vita e con noi stessi, ci permette di provare sensazioni di libertà, di auto analizzarci, di sentirci come viaggiatori sempre e mai in imbarazzo per questo. Quello che ho percepito in questo breve ma lungo periodo di lockdown è il forte bisogno diffuso di aggregazione e di unione tra gli esseri umani, tutti, nessuno escluso>>.

Nessuno escluso, si diceva. Anche la Marsili infatti non ha dubbi quando asserisce che <<la biblioteca pubblica dovrà diventare ancora di più parte di un progetto di rinascita dell’Italia, un luogo di libertà e di creatività in cui non vediamo l’ora di riaccogliere tutti, ma soprattutto i bambini e i ragazzi per i quali la bellezza dell’arte, l’importanza della cultura, le emozioni del teatro, la passione della musica sono fondamentali per costruire una società di cittadini consapevoli!>>

Dulcis in fundo per un Personaggio (ed uso la P maiuscola) che non ha bisogno di molte presentazioni: autoreferenzialità metafisica, umorismo 100×100 istinto puro, ironia trascendentale, vulcano di idee e anti-idee. Proprio lui, Rocco Burtone, che dopo aver sciorinato il manifesto Sdada chiude con un aneddoto di recente autobiografiasmo alquanto centrato: <<non ho mai fatto gare, partecipato a festival: solo di recente mi sono cimentato con il cinema in occasione di un premio messo in palio dal comune di Corno di Rosazzo. Il tema era la sedia: ho creato un cortometraggio che vedeva come protagonista un tizio che scorge una sedia in vetrina, se ne innamora, la porta a casa, fa sesso… con la sedia, nascono tre seggiolini. Due bianchi e uno rosso. Rosso perchè non avevo trovato uno nero, ma questo è molto Sdada naturalmente! E così partiva il dramma interiore dell’uomo! Insomma, ho vinto ben duemila Euro. E poco dopo hanno chiuso tutto il paese, pensa te!>>

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