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Al via le lezioni in Fvg. Lettera aperta dell’assessore Rosolen

“La responsabilità individuale, in queste circostanze, diventa responsabilità collettiva. Nessuno può sentirsi sollevato da questa responsabilità”

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FVG – L’assessore regionale all’Istruzione, a poche ora dal ritorno in classe di tutti gli studenti del Friuli Venezia Giulia, ha scritto una lettera rivolta agli studenti, agli insegnanti, a tutto il personale della scuola e alle loro famiglie
“Cari tutti, da diversi mesi, ormai, state esplorando una nuova frontiera, imprevista e imprevedibile, del vostro percorso di crescita didattica e formativa. Per cause di forza maggiore, a fine febbraio vi siete trovati privati dei vostri spazi, delle vostre abitudini, della vostra scuola. Anche il contatto con gli amici è diventato improvvisamente problematico e, per un certo periodo, addirittura proibito. Da un giorno all’altro, siete stati proiettati nel mondo delle lezioni in videoconferenza. Avete trascorso un’estate che sembrava ricondurci verso una condizione prossima alla normalità ma, con l’avvicinarsi dell’inizio dell’anno scolastico, siamo rientrati in un’atmosfera permeata di paure.  La situazione è delicata e complicata, ma terrei a esprimere alcune valutazioni.  La prima: i benefici educativi e sociali legati alla riapertura delle scuole sono di gran lunga più importanti e più preziosi rispetto a qualsiasi disagio che ci troveremo ad affrontare. I fatti di questi giorni certificano l’esigenza, da parte di tutti, di assumere una condotta attenta e disciplinata: la responsabilità individuale, in queste circostanze, diventa responsabilità collettiva. Nessuno può sentirsi sollevato da questa responsabilità. Tutti dobbiamo essere consapevoli di essere parte attiva di una comunità, nella sua accezione più piena. Sulla scuola si gioca la credibilità della classe politica nei confronti di un’intera generazione: la scuola deve essere una priorità per tutti e i problemi non si risolvono a colpi di retorica”.
“I rischi sono reali, le preoccupazioni legittime. Ciò che tuttavia non è in alcun modo accettabile è che l’ansia da contagio abbia trasformato la scuola nella sede del rischio sanitario. Le scuole riaprono dopo mesi di vita sociale di giovani e adulti, nel corso dei quali abbiamo compreso che, in presenza di comportamenti maturi, si può vivere una quotidianità serena. Non siamo rimasti in isolamento per mesi, è bene che ce lo ricordiamo.
Infine, mi sia concesso un passaggio sull’Odissea: le metafore sono suggestive e affascinanti, ma spetta alla politica garantire che il viaggio dei ragazzi e di tutto il personale scolastico verso una didattica adeguata non si protragga per vent’anni. Itaca deve essere più vicina.  Siate onesti, coraggiosi, determinati e curiosi: lo dovete al vostri futuro”.

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