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Economia & Lavoro

Lavoro: i dati 2020 premiano il Fvg. Occupati cresciuti di 200 unità

i dati Istat scattano un’istantanea del Friuli Venezia Giulia confortante: nel 2020, gli occupati sono aumentati di quasi 200 unità rispetto al 2019

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FVG – “Promossi da Banca d’Italia, Cgia di Mestre, Istat e Ires, i numeri del mercato del lavoro  prospettano un quadro del Friuli Venezia Giulia incoraggiante rispetto ai dati nazionali: siamo gli unici ad avere un saldo positivo rispetto al numero degli occupati nel confronto tra i primi 11 mesi del 2019 e del 2020. La differenza è minima, ma registra una piccola crescita. Il 2020 è stato un anno molto difficile, ma abbiamo retto. Sappiamo che non basterà girare la pagina del calendario per metterci alle spalle tutte le difficoltà, ma dobbiamo anche essere razionalmente fiduciosi”. Lo ha dichiarato l’assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen, nel tratteggiare un quadro “che non può essere luminoso, ma che non deve essere troppo condizionato da pericolose derive depressive. I dati Istat e le ricerche di Cgia di Mestre e Ires assegnano al Friuli Venezia Giulia la palma di Regione che ha retto meglio l’urto della pandemia. Siamo gli unici, su scala nazionale, ad avere un saldo attivo, seppur di poco, nel rapporto tra assunzioni e cessazioni nel periodo tra il primo gennaio e il 30 novembre 2020. Questo non ci induce a festeggiare, ma significa che il sistema, tra mille difficoltà, regge. Serve ancora uno sforzo e lo faremo assieme. La nota della Banca d’Italia dello scorso 18 dicembre conferma che siamo sulla buona strada. È chiaro che il blocco dei licenziamenti incide sui numeri in assoluto, ma restano il confronto con tutte le altre Regioni e il primato nazionale della nostra Regione”.

Rosolen ha spiegato che “i dati Istat scattano un’istantanea del Friuli Venezia Giulia confortante: nel 2020, gli occupati sono aumentati di quasi 200 unità rispetto al 2019: 510.690 occupati nel 2019 al 31 novembre, 510.878 un anno dopo. Siamo gli unici in Italia a non avere un saldo negativo. Diminuisce la disoccupazione e, seppur leggermente, diminuisce anche l’inattività. A soffrire in modo particolare è il lavoro indipendente, quello meno strutturato ad arginare i colpi di questa situazione inedita nei tempi moderni. Anche in considerazione di quanto già ricordato, il numero delle nuove assunzioni (176.369) supera di 13mila unità quello delle cessazioni (162.643)”.
Illustrando il piano per il lavoro del 2021 partendo dall’anno che si sta chiudendo, l’assessore ha sottolineato che “la politica sugli incentivi è cambiata molto negli ultimi mesi. Con la manovra di bilancio 2020, approvata a dicembre 2019, avevamo messo 4 milioni sugli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato e le stabilizzazioni. In corso d’opera, siamo intervenuti tre volte per rimpinguare il capitolo e allentarne i vincoli: alla fine, gli incentivi hanno superato la soglia dei 18 milioni e sono stati utilizzati anche per i contratti a tempo determinato. In autunno, abbiamo inserito passaggi specifici per tutelare alcune fasce di lavoratori, tra cui i residenti in regione da almeno 5 anni, e rafforzato alcune misure a protezione dei lavoratori con l’approvazione della legge 18, testo condiviso e apprezzato anche da categorie economiche e sigle sindacali”.

“Il trauma della pandemia ci ha indotti a dare risposta agli impulsi del mercato del lavoro secondo una logica del primum vivere: lo tsunami sanitario iniziale ha piegato le ginocchia al tessuto sociale e ha risucchiato in un vortice regressivo il sistema economico. Abbiamo scelto di derogare parzialmente al principio legato alla sicurezza del posto del lavoro – eravamo partiti col l’assegnazione di fondi pubblici solo per un lavoro stabile e strutturato – e abbiamo accettato la sfida di dare liquidità immediata a chiunque contribuisse a muovere l’economia. Questa scelta può piacere o meno, ma è sintomo di flessibilità. Abbiamo reagito a una crisi tremenda e lo abbiamo fatto in tempi rapidi”.
“Per il 2021 sono stati già messi a bilancio 10,8 milioni sul fronte incentivi alle assunzioni, ai quali potranno seguire innesti nel corso dei mesi. Dovremo capire altresì quali altre misure, oltre al Pal, potranno rivelarsi utili ed efficaci in considerazione dei prossimi sviluppi. Gli incentivi sono finalizzati ad assumere: a tempo indeterminato o determinato, naturalmente cambia l’entità del contributo. Non cambia il principio: la Regione c’è e non si limita a enunciazioni ed i numeri certificano che il tessuto produttivo sa reagire ai colpi, pesanti, della pandemia”.

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