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Economia & Lavoro

Nonostante l’emergenza Covid, le imprese artigiane hanno tenuto

il Fvg è una delle prime regioni in Italia per livelli di attività simili al pre-emergenza.

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UDINE – Anno difficile il 2020 anche per le imprese artigiane che tuttavia, sotto il profilo della tenuta numerica, hanno dimostrato ancora una volta grande resilienza. In attesa di poter valutare compiutamente i dati dell’anno, l’Ufficio studi di Confartigianato-Imprese Udine ha messo in fila quelli da marzo a novembre, parziali sì, ma utili ad avere una prima idea di cosa abbia significato per la grande famiglia degli artigiani Fvg la pandemia di Covid-19. A livello di stock, la variazione a fine periodo è stata positiva, +67, su un totale di 27.613 imprese artigiane. Segno più che non deve ingannare.

«Temiamo – ha detto alla conferenza stampa di fine anno il presidente di Confartigianato-Imprese Udine e Fvg, Graziano Tilatti – che diverse imprese abbiano stretto i denti e tenuto aperto per non perdere i ristori, ma che una volta finita la pandemia decideranno di chiudere». Timore che a oggi non è certificato dai numeri. Le iscrizioni hanno infatti superato, pur di poco, le cancellazioni ed è sulle imprese che hanno aperto i battenti che stamattina si è concentrato il presidente Tilatti: «Queste imprese hanno regalato un segnale di vivacità a tutto il sistema. Sono i nostri nuovi driver, specie nel settore delle costruzioni, che com’è noto per ogni euro speso ne produce quattro». L’edilizia è il comparto che si è dimostrato maggiormente vivace. Dopo anni di fatiche, a maggio ha messo a segno un’inattesa inversione di tendenza: «Il settore era in contrazione dal lontano 2006 – ha evidenziato il responsabile dell’ufficio studi Nicola Serio -. Dopo 15 anni di contrazione a maggio ha ripreso a camminare chiudendo a +167 imprese nel periodo per un totale di 13.725 imprese a novembre contro le 13.558 di marzo».

Effetto Superbonus. «Gli incentivi messi sul piatto dal Governo nazionale hanno di certo spinto in positivo la demografia del settore che ora speriamo continui la sua curva positiva» ha aggiunto il presidente che ha colto l’occasione per ringraziare la struttura di Confartigianato per aver fatto fronte al momento straordinario, in modo più che sufficiente a sentire gli associati, che negli ultimi giorni sono stati coinvolti in un sondaggio sugli effetti del periodo Covid. Il giudizio che hanno dato sull’azione delle associazioni di categoria è stato positivo nell’84% dei casi. Una soddisfazione per la dirigenza e per il personale, «che in questi mesi si è fatto in quattro – ha aggiunto il presidente di Confartigianato Udine Servizi, Daniele Cuciz – senza mai badare all’orologio». Una capacità di resistenza che si ritrova tra le file delle imprese. Tornando ai dati, il Fvg è infatti una delle prime regioni in Italia per livelli di attività simili al pre-emergenza. Il 50,5% delle imprese (artigiane e non) della regione hanno infatti registrato attività simili al pre Covid durante il 2020, più che a livello nordestino (47,3%) e italiano (41,6%). La tenuta ha però un rovescio della medaglia, ci sono state meno start up giovanili, meno investimenti, meno passaggi da società di persone a società di capitali.

Insomma, il sistema ha tenuto, ma la crescita si è interrotta. La scommessa ora è vedere se con il 2021 e in particolare con la fine della pandemia il sistema sarà in grado di tornare a camminare e poi a correre. Perché i problemi non mancano, come segnalano gli artigiani (75) che hanno partecipato al sondaggio lampo. Il 47% di questi denuncia di aver avuto un calo di fatturato che in media si attesta al 30%, il 45% denuncia un aumento dei costi per la gestione dell’emergenza, il 40% la mancanza di liquidità, il 35% i ritardi nell’erogazione degli ammortizzatori sociali, il 28% l’esclusione dai ristori. «Restiamo con il fiato sospeso – ha proseguito Tilatti – aspettando la fine dell’emergenza per tirare le somme, certi che purtroppo qualcuno chiuderà, speriamo in bonis. Ciò nonostante, il sentiment che ci arriva dalle imprese è la voglia di riprendere il cammino. Speriamo ora che quella voglia, che è palpabile in questi ultimi giorni dell’anno, non venga delusa dall’indecisione del Governo nazionale sull’utilizzo delle risorse europee. Abbiamo bisogno di quell’iniezione straordinaria di investimenti per far ripartire l’economia e abbiamo bisogno di regole chiare e snelle, che ci lascino lavorare, liberi dalle zavorre della burocrazia. Termino rivolgendo a tutti, un augurio per un 2021 all’insegna della ripartenza – ha concluso Tilatti – in particolare agli operatori del sistema sanitario che hanno trascorso in prima linea questi mesi e a quelli dell’informazione che ci hanno sempre dato voce».

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