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Gorizia

Emergenza Covid, Shaurli: “Fedriga surreale, ha sacrificato la coerenza per il consenso”

“Basta scaricare responsabilità e cambiare idea da un giorno all’altro”

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FVG – “Surreale la conferenza stampa del presidente Fedriga. Ci chiediamo se è la stessa persona che la settimana scorsa chiedeva di aprire tutto, se è il capo di chi pochi giorni fa raccoglieva firme per aprire i locali anche la sera. In questi mesi lo abbiamo sentito dire tutto e il contrario di tutto, dall’apertura delle piste da sci alla chiusura anticipata delle scuole. Quando le cose vanno meglio è merito suo, quando il Covid ci mette con le spalle al muro per Fedriga è sempre colpa di qualcun altro: i cittadini irresponsabili, il Governo di cui ora fa parte, l’Europa. E’ ridicolo che chi governa in questa Regione non si assuma mai le sue responsabilità: che messaggi ha dato ai cittadini, chiedendo un giorno di aprire tutto anche la sera e quello dopo chiudendo le scuole? Per chiedere serietà e rispetto delle regole alle persone serve coerenza, quella coerenza sacrificata sempre per il consenso in questi mesi”. Lo afferma il segretario regionale Pd Fvg Cristiano Shaurli, commentando la conferenza stampa del presidente della Regione Massimiliano Fedriga, che oggi ha illustrato la nuova ordinanza regionale che stabilisce restrizioni per le scuole e la zona arancione per le aree di Udine e Gorizia.

Per il segretario dem “se finalmente si vogliono analizzare dati e criticità della nostra Regione, se si vuole capire come siamo arrivati a questo punto, se abbiamo fatto tutto il possibile per avere un tracciamento efficace e un piano di vaccinazione che non sprechi o rallenti una singola dose, se vogliamo dare, qui ed ora, il cambio di passo che serve alla Sanità regionale, noi – sottolinea – come in tutti questi mesi siamo pronti a fare la nostra parte, anche di fronte a scelte e decisioni difficili”. “Ha affermato di non avere la patria potestà di tutti i nostri ragazzi: è una fortuna – conclude Shaurli – perché non ci avrebbero capito niente, spinti un giorno a uscire la sera e bacchettati e chiusi in casa quello seguente”.

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