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Economia & Lavoro

Gli agenti di commercio del Fvg: «Stop all’obbligo del Green pass per lavorare»

Usarci lamenta un calo del 15% in alcuni settori. Papa: «Disparità e tensioni tra le persone»

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UDINE – «L’obbligo del Green pass al lavoro ci sta creando grossi problemi. A nostro avviso andrebbe limitato per avere accesso a bar, ristoranti, cinema o teatri». La presa di posizione è di Domenico Papa, presidente di Usarci Udine, Trieste e Gorizia, l’Unione sindacati agenti e rappresentanti commercio italiani. «Anche tra gli agenti di commercio del Friuli Venezia Giulia ci sono diverse persone non vaccinate, circa il 20% del totale – aggiunge Papa – e la situazione sta avendo ripercussioni nel rapporto con le aziende. Se si sommano i no Green pass presenti in tutta la filiera, dalla produzione alla logistica, si comprende come ci siano comparti che stanno facendo fatica, con cali del fatturato anche del 15%. Ecco perché, a nostro avviso, la certificazione verde andrebbe utilizzata solo per accedere a una serie di servizi, come le palestre o i locali pubblici, ma non per lavorare. A questo punto – rimarca il presidente di Usarci – meglio introdurre l’obbligo del vaccino senza penalizzare chi deve lavorare».

Papa è convinto che dopo le difficoltà legate al periodo di lockdown, «serva la pace sociale per far riprendere l’economia, non divisioni e contrasti tra le persone». A incidere sul lavoro degli agenti di commercio è anche l’aumento dei prezzi delle materie prime: «In certi comparti, come quello dell’elettronica, fatichiamo a prendere ordini perché le aziende non riescono a consegnare nei tempi prestabiliti. Ci sono ritardi fino a sei mesi. E questo finisce per avere ripercussioni dirette sul nostro lavoro, visto che vengono a mancare gli introiti legati alle provvigioni». Papa conclude con un appello rivolto alle istituzioni: «Il Green pass non può più essere un obbligo sul posto di lavoro: vanno riviste le regole di applicazione».

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