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Ospedale di Udine: team multidisciplinare dedicato al tumore del polmone

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UDINE – Si è appena concluso il mese della sensibilizzazione mondiale al tumore del polmone, una malattia silenziosa che colpisce sempre più le donne e di meno gli uomini. All’Ospedale di Udine è presente un team multidisciplinare dedicato alla patologia. Attualmente a Udine, ogni settimana si incontra un gruppo di esperti motivati dalla volontà di fornire ai pazienti la più alta qualità ed appropriatezza degli interventi terapeutici specialistici del campo. Sono professionisti provenienti da diverse specializzazioni: oncologia, radioterapia, anatomia patologica, radiologia, medicina nucleare, pneumologia e chirurgia toracica per discutere, riguardo ai singoli pazienti, quale possa essere il migliore approccio diagnostico-terapeutico.

In corso di discussione collegiale il caso viene sistematicamente esaminato nei termini della storia del paziente, dell’iconografia radiologica e dei trattamenti pregressi, infine viene condivisa e “certificata” la modalità più opportuna di prosecuzione del percorso diagnostico-terapeutico. Il gruppo partecipa inoltre alla produzione di documenti scientifici, che vengono presentati ai più importanti congressi nazionali ed internazionali, come presso i recenti congressi dell’AIOM (Associazione italiana Oncologia Medica) dell’AIPO (Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri).

Se negli ultimi 5 anni le nuove diagnosi sono complessivamente in riduzione per gli uomini (-11%), si verifica purtroppo il contrario per le donne (+5%). Per la diagnosi è di solito necessario utilizzare tecniche invasive e le più frequentemente impiegate consistono in campionamenti tissutali per via endoscopica o trans-toracica.

L’85% dei casi è legato al fumo. Il 15% dei casi che si presenta tra i non fumatori sembra essere correlato ad una predisposizione genetica. Il cancro del polmone è il secondo tumore più comune sia negli uomini che nelle donne, non considerando le neoplasie della pelle ed è la neoplasia che provoca il maggior numero di morti in Italia: secondo i dati dell’ultimo rapporto della Associazione Italiana Oncologia Medica nel 2021 sono attesi più di 34.000 morti per cancro polmonare.

Il personale dell’endoscopia toracica di Udine, diretto dal dr. Vincenzo Patruno e coordinato dal dr. Paolo Vailati, effettua più di 1.000 procedure diagnostico-terapeutiche all’anno, la maggior parte delle quali finalizzate proprio ad ottenere una diagnosi anche stadiativa di cancro del polmone ed una profilazione biomolecolare della malattia sempre più importante nell’approccio terapeutico.

Nonostante, la maggior parte dei casi sia diagnosticata in fase tardiva, il trattamento si è progressivamente evoluto dal punto di vista farmacologico, chirurgico, radioterapico ed endoscopico, permettendo di ottenere un impatto significativo in termini di sopravvivenza rispetto al passato.

“Il miglioramento delle possibilità di cura del tumore del polmone negli ultimi 5 anni è straordinario: – spiega il dr. Gianpiero Fasola, direttore della Struttura complessa di Oncologia di Udine- pur essendo una delle neoplasie più difficili, una quota sempre maggiore di pazienti ottiene risultati importanti sia con l’immunoterapia che con i farmaci di precisione. In questa ottica, resta cruciale il ruolo dei Gruppi Multidisciplinari: quello dell’Ospedale di Udine è stato uno dei primi in Italia (attivo sin dagli anni ’80), è stato il primo Gruppo italiano a pubblicare i risultati di una ricerca organizzativa sui percorsi diagnostico terapeutici dei pazienti (in collaborazione con l’università Bocconi) ed è impegnato ora in un progetto dedicato all’Oncologia di precisione che proprio nel tumore del polmone trova le applicazioni più frequenti. “

Il dr. Marco Trovò, direttore della Struttura Complessa di Radioterapia di Udine: “La radioterapia negli ultimi decenni ha goduto di un’incredibile innovazione tecnologica, che ha reso possibile il trattamento di lesioni tumorali fino a poco tempo fa impensabili –. In questo modo la radioterapia trova indicazione in tutti gli stadi del tumore del polmone. Attualmente è possibile irradiare i tumori del polmone in stadio iniziale con una precisione tale che la dose che viene erogata al bersaglio si associa ad una probabilità di successo pari a quella della chirurgia: si parla di radioterapia sterotassica. La radioterapia, associata alla chemioterapia e all’immunoterapia, ha un ruolo curativo nel tumore del polmone localmente avanzato. Grazie all’introduzione di tecniche di gestione del respiro, e di radioterapia ad intensità modulata, è ora possibile irradiare anche neoplasie molto avanzate con una probabilità di sopravvivenza doppia rispetto a pochi anni fa. Naturalmente l’adozione di queste tecniche radioterapiche speciali assume significato clinico solo quando vi è la condivisione con tutti i componenti del gruppo multidiscipliare: con l’oncologo si condivide l’approccio radio-chemioterapico, col chirurgo toracico la scelta del miglior trattamento locale, con il radiologo, pneumologo e medico nucleare la definizione migliore del bersaglio da irradiare –sottolinea il dr. Trovo’.

Il ruolo della Medicina Nucleare viene delineato dal dr. Fernando Di Gregorio, direttore della Medicina Nucleare: “questo team nel corso degli anni ha sicuramente favorito la crescita culturale dei professionisti coinvolti che, ognuno con la propria competenza, si confrontano sui casi clinici per individuare il corretto percorso diagnostico. In quest’ambito si è sviluppato l’utilizzo delle tecniche di imaging metabolico come la PET/CT che riesce a dirimere dubbi diagnostici sulla gestione dei pazienti con carcinoma polmonare o con nodulo polmonare singolo.”

Infine, il dr. Stefano Pizzolitto, Direttore dell’Anatomia Patologica, evidenzia l’importanza di ottenere una profilazione molecolare e genetica per tutti i pazienti candidati a terapia oncologica: “La necessità di un laboratorio di biologia molecolare dedicato, dotato delle più recenti tecnologie, quali la Next Generation Sequencing, affiancate ad elevate competenze professionali, è ormai imprescindibile per fornire le cure più all’avanguardia e garantire il miglior risultato terapeutico”.

Infine una considerazione conclusiva: anche se attualmente non è approvato in Italia un vero e proprio screening per il tumore polmonare bisogna considerare che gli studi scientifici già supportano l’efficacia dell’impiego della TAC del torace a bassa dose radiante nella diagnosi precoce del tumore del polmone e contiamo che non manchi molto per il suo ingresso nei LEA e nella pratica clinica.

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