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L’impatto emotivo della Dad sugli adolescenti: studio su 1.300 studenti e studentesse

Globalmente i dati raccolti hanno messo in luce un rilevante vissuto di sofferenza da  parte dei ragazzi

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UDINE – È nato a Udine uno studio sull’impatto della didattica a distanza (Dad) sulle relazioni e sul benessere emotivo di studenti e studentesse delle scuole secondarie di secondo grado. L’analisi, condotta su oltre 1300 tra studenti e studentesse, rispetto alle ricerche che hanno provato a capire il “modello Dad”, prima in Italia in questo senso si è concentrata fortemente sulle ricadute psicologiche, orientandosi sul benessere degli e delle adolescenti. Fine di questo lavoro, dunque, è capire l’effetto sia della Dad che dell’isolamento, le cui conseguenze sono inevitabilmente legate anche all’apprendimento quasi azzerato.
I partecipanti hanno riposto in maniera anonima al questionario somministrato online tramite Google Moduli durante il mese di ottobre 2021, facendo riferimento alla loro personale esperienza della Dad vissuta durante l’anno accademico precedente (settembre 2020 – giugno 2021. Il questionario, appositamente sviluppato per i fini di questo studio, si è composto di 31 item (30 a risposta chiusa e 1 a risposta aperta) suddivisi in tre aree tematiche principali: 1) tecnologie, ambiente e metodologie didattiche; 2) relazioni; 3) esperienza individuale, motivazione e impegno. Studio a cura di Andrea Paschetto – psicologo e docente di psicologia dell’età evolutiva, Susanna Feruglio – psicologa e ricercatrice, Stefania Pascut – responsabile Ufficio OMS Città Sane, Damiano Cantone – insegnante e ricercatore, Marco D’Agostini – docente universitario, ricercatore in pedagogia.

Globalmente i dati raccolti hanno messo in luce un rilevante vissuto di sofferenza da  parte di studentesse e studenti durante il periodo passato in Dad, in modo trasversale rispetto alle età. I ragazzi e le ragazze ne hanno risentito a diversi livelli: è mancata la dimensione sociale, il rapporto con gli insegnanti è peggiorato, l’umore è diventato irritabile, la motivazione all’apprendimento è crollata. Anche l’attenzione e l’interesse per le lezioni sono diminuiti e la grande maggioranza dei discenti ha utilizzato altri dispositivi durante le lezioni, operando delle attività di multitasking potenzialmente deleterie per il livello di concentrazione e presenza, e di conseguenza per l’apprendimento e la capacità di riflessione e rielaborazione dei contenuti sia in autonomia che nel confronto con i pari. Per quanto riguarda l’aspetto relazionale, sembra che per studentesse e studenti sia stato possibile rimanere in contatto con i compagni di classe e continuare a coltivare le loro amicizie grazie all’uso dei dispositivi digitali, ma d’altra parte questi strumenti non hanno potuto rimpiazzare completamente i momenti di condivisione vissuti nel contesto scolastico di cui la maggior parte dei ragazzi ha sentito la mancanza. È questo uno dei paradossi dei mezzi tecnologici che offrono un’illusione di relazione e presenza, ma che in realtà possono causare progressiva frustrazione, solitudine, perdita di senso e abbassamento dell’autostima. Il peggioramento del rapporto con i docenti è un dato allarmante che potrebbe avere delle gravi ricadute sull’apprendimento: l’efficacia della didattica, infatti, non è una mera veicolazione di informazioni ma è rappresentata da un flusso comunicativo che comprende anche aspetti emotivi e relazionali. Anche la valutazione del benessere emotivo degli adolescenti intervistati in questo studio ha evidenziato un vissuto di disagio: è stato rilevato un abbassamento generale delle emozioni positive, così come una presenza rilevante di emozioni negative, in primis nervosismo, agitazione e turbamento, durante le lezioni in Dad. Questi dati sono in linea con quanto era emerso da uno studio sugli effetti psicologici del primo lockdown, a cui aveva partecipato un campione di adolescenti del Friuli Venezia Giulia e del Veneto (Feruglio et al., 2022): i ragazzi avevano mostrato un aumento della preoccupazione, dei sintomi di ansia e delle emozioni negative, e una riduzione di quelle positive. 

L’Italia, da quando è iniziata la pandemia da Covid-19, è stata il primo paese in Europa ad attuare un lockdown a livello nazionale: le scuole e le università hanno iniziato a chiudere a fine febbraio 2020, a partire dal nord Italia, Friuli Venezia Giulia compreso. A partire dal 10 marzo 2020 il governo ha poi esteso le misure di blocco a tutte le regioni. Bambini, bambine, adolescenti e famiglie hanno vissuto in quasi totale isolamento per circa due mesi fino al 3 maggio 2020 e le scuole sono rimaste chiuse fino a settembre. Escludendo le interruzioni scolastiche programmate, studenti e studentesse in Italia hanno perso 65 giorni di scuola regolare a causa delle misure di isolamento adottate per fronteggiare il COVID-19 (Unesco, 2020).
Lo studio “L’impatto emotivo della Dad sugli adolescenti” misura l’effetto della Didattica a distanza sul benessere e sulla condizione psico-emotiva di studentesse e studenti di 20 scuole secondarie di secondo grado della provincia di Udine, utilizzando alcuni indicatori per una miglior definizione del quadro generale. L’obiettivo del presente studio è stato quello di comprendere l’esperienza della Dad durante l’anno accademico 2020-2021, individuando quali sono state le principali criticità ma anche i punti di forza ponendo il focus sulle sue ricadute psicologiche, relazionali e sociali.

Lo studio ha previsto la somministrazione agli studenti e alle studentesse di questionari di autovalutazione le cui domande riguardavano quattro tematiche principali: a) l’ambiente, le tecnologie e le metodologie didattiche; b) le relazioni; c) l’esperienza individuale, la motivazione e l’impegno; d) la frequenza delle emozioni positive e negative.
L’invito è stato esteso a tutte le scuole della provincia di Udine, con la partecipazione effettiva di 20 scuole, così suddivise nelle percentuali: 59% licei, 36% istituti tecnici, 5% istituti professionali per un numero complessivo di 1.377 studentesse e studenti (l’età media è di 16,5 anni e il 52,4% delle persone che hanno risposto sono femmine) frequentanti le classi seconde (23,7%), terze (28,3%), quarte (25,2%) e quinte (22,8%). Sono stati coinvolti studenti dal secondo al quinto anno delle superiori, che dunque frequentavano questo ordine di scuola anche l’anno scorso (2020-2021), quando l’uso della Dad è stato più massiccio.
I risultati ottenuti afferiscono alle principali aree di interesse. Cominciando da quella che si riferisce alle tecnologie, all’ambiente e alle metodologie didattiche, il 49.1% dei partecipanti ha seguito le lezioni in Dad utilizzando un portatile e il 30.3% un tablet. Il 41% ha avuto spesso problemi di connessione. Quasi la metà degli studenti aveva a disposizione uno spazio molto silenzioso (44%) e molto comodo (49.1%) per seguire le lezioni. Inoltre, l’82.8% ha dichiarato che non c’erano altre persone nella stanza.
Secondo gli studenti la metodologia didattica più efficace adottata durante la Dad è stata l’uso di slide (34.2%) e le discussioni (26.1%), mentre la meno efficace è stata la lezione frontale senza slide (43%). Durante le lezioni i docenti tenevano la webcam accesa spesso o sempre (92,4%), per contro solo uno studente su due faceva altrettanto (53,9%).

Dal punto di vista relazionale per la maggior parte dei partecipanti c’è stato un peggioramento nella relazione con i docenti (52.2%) durante le lezioni a distanza, e il 56.3% ha dichiarato che non si è sentito parte di un gruppo classe. Inoltre, al 61.8% è mancata la dimensione sociale della vita scolastica e i momenti di condivisione al di fuori delle lezioni. D’altra parte, i rapporti con compagni e compagne di classe sono rimasti invariati per il 52.6% degli studenti e per una consistente minoranza c’è stato un miglioramento (20.9%).
Rispetto all’esperienza individuale, motivazione e all’impegno, il 55.7% degli studenti e delle studentesse ha affermato che durante le lezioni utilizzava contemporaneamente anche lo smartphone, mentre il 25.3% dei partecipanti non utilizzava altri dispositivi. In generale, il 63.1% ha dichiarato che durante le lezioni faceva anche altro e il 21.7% che seguiva solo alcune lezioni durante la mattinata. La maggior parte dei rispondenti, nonostante l’impegno per seguire tutte le lezioni ha dichiarato che spesso si distraeva (60.4%).
Infine, la Dad ha inciso negativamente sulla motivazione allo studio per il 65% degli intervistati e il 43.9% ha percepito la Dad come più impegnativa rispetto alla didattica in presenza. D’altra parte, il 41.7% ha percepito questa modalità didattica come meno impegnativa e il 49.3% ha dichiarato che l’impegno pomeridiano per lo studio è diminuito. I risultati scolastici sono rimasti invariati per il 44.5%.

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