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Gorizia

Elezioni, Moretti (Pd): «Le leggi elettorali non si cambiano a seconda delle convenienze»

Il capogruppo dem risponde all’assessore Roberti: «Il centrodestra accetti la sconfitta di Udine»

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FVG – «Le dichiarazioni di questi giorni del centrodestra sulla legge elettorale regionale e sui ballottaggi, danno l’idea del valore che questi danno alla democrazia. La norma, votata nel 2007 ad ampia maggioranza e applicata dal 2008, salvaguarda i principi cardine di un’assemblea legislativa, che sono la tutela delle minoranze e della rappresentatività territoriale. Lo stesso vale per il tentativo, oggi di Roberti e qualche giorno fa di Calderoli, di sminuire e non riconoscere come vera la vittoria di De Toni a Udine, proponendo l’eliminazione del ballottaggio per i Comuni sopra i 15 mila abitanti. Come Pd terremo una posizione ferma su questo e sono sicuro che lo stesso farà il resto dell’opposizione». Lo afferma il capogruppo del Pd, Diego Moretti commentando le affermazioni dell’assessore alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti in merito a possibili modifiche della legge elettorale regionale e di quella comunale.

«Comprimere i diritti delle minoranze, in Regione come nei Comuni, attraverso una riduzione della loro rappresentanza sarebbe inaccettabile: già nella scorsa legislatura, assieme a tutte le opposizioni, sventammo un tentativo di modifica in tal senso» ammonisce Moretti sostenendo che «in Regione va invece introdotta la preferenza di genere e, per i Comuni più grandi, confermato il ballottaggio per i sindaci, che nasce proprio nel 1993 con l’elezione diretta per dare modo ai candidati più attrattivi di raccogliere i voti anche dei cittadini che al primo turno hanno fatto altre scelte. Questo è il senso della democrazia e della partecipazione».

«Il legislatore, giustamente, ha inteso assicurare alle minoranze il 40 per cento della rappresentanza proprio per garantire il ruolo dell’assemblea legislativa regionale e dei suoi consiglieri, che non devono essere al servizio del presidente della Regione di turno ma della Costituzione, sulla quale tutti i consiglieri regionali giurano a inizio mandato. Dopo la sconfitta di Udine, il centrodestra se ne esce con l’idea di eliminare il ballottaggio per i Comuni sopra i 15 mila abitanti: pensare che le leggi elettorali si cambino a seconda delle convenienze del momento o si pieghino alla volontà della maggioranza del momento significa sovvertire proprio questo principio cardine della democrazia italiana nata dalla Resistenza del 1945».

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