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Omicidio di Capodanno: fermato un uomo in fuga a Tarvisio

Si tratta di un cittadino domenicano. Deve rispondere dell’uccisione di un connazionale di 31 anni

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UDINE – I carabinieri hanno fermato un cittadino dominicano, sospettato di essere l’omicida di un uomo di 31 anni, cittadino italiano e di origine a sua volta dominicana, all’esterno di un locale da ballo a Udine, dopo il veglione di Capodanno. L’uomo è stato bloccato vicino al confine con l’Austria ed è stato portato in caserma.
Il Procuratore di Udine Massimo Lia ha fatto sapere che nell’inchiesta si procede per il reato di omicidio volontario.  Per quanto riguarda l’uomo sospettato di essere l’omicida, i carabinieri hanno tenuto sotto controllo una abitazione alla periferia di Udine con personale specializzato per tutta la giornata, considerando l’ipotesi che lì l’uomo avrebbe potuto nascondersi, o comunque che avrebbe potuto passarvi.

Secondo una prima ricostruzione degli investigatori, il 31enne sarebbe stato colpito alla gola al culmine di una lite, con un coltello o con una bottiglia rotta. La vittima è stata immediatamente soccorsa e portata in ospedale dove era giunto in condizioni gravissime. Un paio di ore dopo il ricovero è morto per l’aggravarsi delle condizioni.

Il locale vicino al quale è avvenuto l’omicidio era stato chiuso in più occasioni, in passato, proprio per gravi motivi di ordine e sicurezza pubblica. L’ultimo provvedimento era stato assunto circa un anno fa, su disposizione del Questore, in applicazione dell’art 100 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza: c’era stata la sospensione per quindici giorni della licenza di somministrazione e di pubblico spettacolo (attività danzante) del locale in seguito a grave rissa che si era scatenata nel mese di novembre 2022. A determinare il provvedimento erano stati sia i numerosi episodi violenti che si erano verificati in quel periodo, sia la recidiva, considerando anche precedenti eventi, di rilievo anche penale, che hanno interessato gli avventori del locale stesso nel corso del 2017 e del 2020 e che avevano portato l’autorità di pubblica sicurezza a emettere altri due analoghi provvedimenti sospensivi dell’attività.

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