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“Oikos”: un progetto per educare ragazzi, famiglie e docenti

E’ la nuova iniziativa firmata Aspic e realizzata dal comune di Moruzzo, con la partecipazione della Comunità Collinare del Friuli

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Un momento della prensentazione di “Oikos: insieme per educare”
Un momento della prensentazione di “Oikos: insieme per educare”

MORUZZO – Dalla forte necessità di una comunità inclusiva e dalla lotta allo stereotipo nasce “Oikos: insieme per educare”. È il nuovo progetto – con soggetto capofila il comune di Moruzzo – che Aspic (Associazione per lo Sviluppo Psicologico dell’Individuo e della Comunità) accoglie per sensibilizzare e diffondere il benessere sia del singolo individuo che della collettività.

Dal bando ministeriale per le politiche della famiglia “Educare in comune” del 2021, “Oikos” è l’unico progetto ad aver ricevuto il finanziamento nella fascia “Educazione e inclusione”, classificandosi al tredicesimo posto su scala nazionale, a fronte delle 2000 richieste, 500 progetti selezionati e solo 75 finanziati.

Con il supporto della Comunità Collinare del Friuli e di associazioni private, verranno programmate azioni sul territorio guidate direttamente da psicologi e professionisti. Le attività punteranno allo sviluppo dei processi di coesione e solidarietà sociale, con lo scopo di soddisfare i bisogni e le esigenze di bambini e adolescenti, mostrando particolare attenzione ai minori con più difficoltà, sostenendoli sia individualmente che in ambito familiare e scolastico. Le azioni non saranno solo pensate per i ragazzi ma saranno volte anche a genitori e insegnanti. 

Il progetto è stato presentato lunedì 25 marzo nel comune di Moruzzo da Anna Degano, presidente Aspic Fvg, e da Stefano Filacorda dell’Università degli Studi di Udine.

Venerdì 5 aprile, invece, al Castello di Colloredo di Monte Albano – sede della Comunità Collinare del Friuli – verrà condiviso ufficialmente il programma a tutti i Comuni e partner.

“Contrastare la povertà educativa – spiega Anna Deganosignifica sostenere l’educazione come missione di tutti. Non va vista come compito riservato ai genitori o all’istituzione, ma diventa un’opportunità che coinvolge la collettività intera. Nel processo evolutivo la comunità arriva dove l’istituzione non potrà mai arrivare. È un processo di scambio e di sviluppo che ci rende più potenti, soprattutto permette di rafforzare le radici di ognuno di noi rendendo solida l’appartenenza e l’identità del singolo. I bambini, anche quelli con difficoltà scolastiche, cresciuti in mezzo alle relazioni, che ascoltano la narrazione dei vissuti dei nonni, e che esplorano giocando nei loro territori, si arricchiscono di legami forti e valori importanti che sosterranno il loro essere cittadinisolidi e propositivi del domani”.

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