Cronaca & Attualità
De Toni e Pirone alla cena della comunità islamica di via della Rosta
Le parole del Sindaco, Alberto Felice De Toni: “La Udine che abbiamo in mente è una città aperta, accogliente e multiculturale”
UDINE – Il sindaco Alberto Felice De Toni, assieme all’assessore alla Cultura Federico Pirone e al Consigliere comunale delegato alle Relazioni con le comunità religiose Alessandro Vigna è stato invitato alla tradizionale cena “spezza Ramadan” presso la Moschea di via della Rosta.
“La Udine che abbiamo in mente è una città aperta, accogliente e multiculturale. Tengo per questo a ringraziare la comunità musulmana di via della Rosta e l’Associazione Pacifici di Udine che ci ha invitato a partecipare a questo importante appuntamento della tradizione islamica. Il Ramadan rappresenta un periodo di riflessione, di spiritualità e di solidarietà per i fedeli musulmani di tutto il mondo sia nella dimensione personale e familiare, sia in quella sociale e di comunità”, ha commentato il sindaco.
De Toni: «Inclusione e accoglienza valore aggiunto»
“Come amministrazione comunale siamo a fianco di tutte le comunità religiose del nostro territorio, siamo stati presenti alla celebrazione della Pasqua in Duomo e siamo presenti qui questa sera. Davanti alle differenze culturali, sociali e religiose noi non intendiamo farci fautori di un messaggio strumentale e divisivo che conduce all’odio e alla rabbia, ma piuttosto di un’idea di integrazione sociale, religiosa e culturale. Udine è una città che fa inclusione e dell’accoglienza un valore aggiunto: il 14 per cento dei cittadini sono di origine straniera. Il ruolo della politica non è fare differenze all’interno della comunità cittadina ma garantire a tutti diritti, servizi e rispetto, indipendentemente da origini dall’estrazione sociale e fede religiosa. Chiunque abiti a Udine è un cittadino udinese”, ha concluso De Toni.
L’assessore Pirone, a riguardo, si concentra sul ruolo delle scuole e dell’educazione: “Le dichiarazioni del Ministro Giuseppe Valditara che sono state espresse nei giorni scorsi ci trovano profondamente in disaccordo. Una società rivolta al futuro non può che costruirsi tra i banchi di scuola e il modello delle “classi ghetto” non è una risposta adeguata. La scuola è il luogo imprescindibile dove si costruisce l’integrazione di una comunità: i bambini non conoscono differenze, non siamo noi a dovergliele creare”.
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