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Caccia e sicurezza: riflessioni dopo un tragico incidente

Una tragedia scuote il mondo venatorio in FVG. Riflessioni sulla sicurezza, i dati in calo degli incidenti e il continuo impegno per prevenire simili eventi.

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Cacciatore - Caccia FVG
Cacciatore ( © Depositphotos)

La Federazione Cacciatori del Friuli-Venezia Giulia, insieme a Enalcaccia, Arcicaccia e a tutti i loro associati, esprime profonda vicinanza alla famiglia di Denise, colpita da una tragedia che ha scosso il mondo venatorio. Un evento drammatico ha riportato l’attenzione sulla natura pericolosa della caccia, nonostante i grandi passi avanti fatti negli ultimi anni in termini di sicurezza.

Caccia e sicurezza: una responsabilità condivisa

La caccia è, per definizione, un’attività intrinsecamente pericolosa, come sancito dall’articolo 2050 del Codice Civile. Richiede formazione adeguata, diligenza, prudenza e consapevolezza, oltre a un forte senso di responsabilità. Purtroppo, nonostante ogni accorgimento, a volte la fatalità prevale, portando a conseguenze irreparabili. Gli incidenti legati all’attività venatoria, tuttavia, si sono ridotti significativamente nel tempo. Questo progresso è il risultato di una maggiore consapevolezza e di sforzi concreti per migliorare la formazione e la sicurezza.

Dati in calo: un trend positivo

Il numero di incidenti durante la caccia ha registrato un calo costante negli ultimi anni. A livello nazionale, i decessi sono passati da 18 nel 2017 a 8 nel 2023, con una riduzione significativa anche del numero dei feriti. In Friuli-Venezia Giulia, l’ultimo episodio simile risaliva al 2007, segno di un impegno concreto nella prevenzione. Anche il confronto con altre attività all’aperto, come escursionismo e sport estremi, dimostra che la caccia non è tra le pratiche più pericolose.

Un confronto con altre attività rischiose

Secondo una ricerca dell’Università di Urbino, la caccia presenta un tasso di pericolosità inferiore rispetto ad altre attività ricreative. Nel 2019, ad esempio, l’escursionismo ha registrato 133 morti, la balneazione 84, mentre l’alpinismo e il parapendio insieme hanno contato 43 vittime. Questo confronto evidenzia come il mondo venatorio, pur essendo regolato da normative stringenti, si distingua per l’elevata prudenza e diligenza dei suoi praticanti.

Sicurezza venatoria: il ruolo della formazione

La diminuzione degli incidenti è legata all’aumento della formazione e della consapevolezza tra i cacciatori. Corsi obbligatori, aggiornamenti sulle normative e una maggiore attenzione all’ambiente e alla sicurezza hanno contribuito a ridurre i rischi. Per il quinto anno consecutivo, non si sono verificati decessi tra i non cacciatori, un dato che testimonia il rispetto delle regole da parte dei cacciatori nei confronti della collettività.

Solidarietà e un richiamo alla prudenza

Il tragico evento che ha colpito la famiglia di Denise è un richiamo a non abbassare la guardia. La Federazione Cacciatori del Friuli-Venezia Giulia ribadisce l’impegno a promuovere sicurezza e responsabilità, auspicando che tragedie come questa possano essere evitate in futuro. Nonostante il progresso, ogni incidente è un monito per continuare a lavorare per una caccia sempre più sicura e rispettosa della vita.

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