Seguici su

Eventi & Cultura

La memoria non si ferma, posate altre cinque pietre d’inciampo a Pordenone

A Pordenone posate cinque nuove pietre d’inciampo per ricordare i cittadini deportati tra il 1943 e il 1944. L’iniziativa, parte del progetto “Pordenone e la Memoria 2025”, coinvolge scuole e istituzioni per tenere viva la storia

Avatar

Pubblicato

il

L'assessore Zannier alla posa della pietra d'inciampo in via Gere a Pordenone
L'assessore Zannier alla posa della pietra d'inciampo in via Gere a Pordenone

Prosegue a Pordenone il percorso di installazione delle pietre d’inciampo, piccoli blocchi dorati che ricordano le vittime delle deportazioni nazifasciste. Con la posa di altre cinque pietre avvenuta ieri, sale a 29 il numero complessivo di questi simboli della storia cittadina, parte del “museo diffuso” voluto dal progetto Pordenone e la Memoria 2025, promosso dal Comune di Pordenone e dal Liceo Leopardi Majorana, con il sostegno della Regione Friuli-Venezia Giulia.

Un segno tangibile nel ricordo delle tragedie

Secondo l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, Stefano Zannier, la memoria non è solo un esercizio teorico, ma un mezzo per entrare nel cuore degli eventi storici, lasciando un segno concreto. Le pietre d’inciampo hanno proprio lo scopo di ricordare le vicende dell’Olocausto, delle deportazioni e delle tragedie della Seconda Guerra Mondiale, avvenute in un passato ancora vicino.

L'assessore Stefano Zannier, al centro, con le altre autorità in un momento della cerimonia

L’assessore Stefano Zannier, al centro, con le altre autorità in un momento della cerimonia

Un progetto condiviso fra istituzioni e scuole

La cerimonia di posa, nell’ambito di “Pordenone e la Memoria 2025”, rientra negli eventi in programma per la Giornata della Memoria del prossimo 27 gennaio. A questa iniziativa, promossa dal Comune di Pordenone, collaborano attivamente diversi istituti scolastici, tra cui il Liceo Leopardi Majorana, che da anni sostengono la creazione di questa “mappa della memoria”. L’obiettivo è mantenere vivo il ricordo e sensibilizzare le nuove generazioni sull’importanza di non ripetere gli errori del passato.

Cinque nuovi nomi nella “mappa della memoria”

Le cinque pietre d’inciampo sono state dedicate ad altrettanti cittadini pordenonesi deportati nei campi di sterminio nazisti fra il 1943 e il 1944, e mai più tornati:

  • Alfredo Venerus (piazza della Motta)
  • Giuseppe Iovine (via Santa Caterina)
  • Attilio Furlan (via Dogana Vecchia)
  • Aldo Stella (via Gere)
  • Vittorio Cescut (via Burida)

Questi luoghi, ora segnati dalle pietre, costituiscono un percorso di riflessione e di memoria condivisa in città.

La responsabilità del ricordo

Come ha sottolineato l’assessore Zannier, ricordare aiuta a comprendere gli errori del passato e a costruire un futuro migliore. Le pietre d’inciampo rappresentano dunque un monito per tutti, affinché la storia dei totalitarismi e delle deportazioni non sia mai dimenticata. L’impegno delle istituzioni locali e delle scuole di Pordenone testimonia l’importanza di continuare a educare e sensibilizzare le giovani generazioni.

Conclusioni

Ogni pietra d’inciampo è un messaggio silenzioso e potente: invita chiunque la incontri a fermarsi e a chiedersi perché sia lì, innescando una riflessione che va oltre le semplici date commemorative. La memoria è un esercizio collettivo che ci responsabilizza e ci ricorda che la libertà e la dignità umana vanno difese ogni giorno.

Continua a leggere le notizie di Diario FVG e segui la nostra pagina Facebook

Clicca per commentare

You must be logged in to post a comment Login

Tu cosa ne pensi?