Trieste
Aumento dei TSO a Trieste: più ricoveri e cure prolungate
Aumento dei trattamenti sanitari obbligatori a Trieste: più casi e cure prolungate segnalano un crescente disagio sociale

Negli ultimi anni, il numero di trattamenti sanitari obbligatori (TSO) a Trieste ha subito un incremento significativo. I dati del 2024 confermano questa tendenza: si è passati dai 40 casi nel 2023 ai 92 del 2024, un apparente raddoppio. Tuttavia, come spiega la dottoressa Alessandra Oretti, direttrice del Dipartimento attività integrata dipendenze e salute mentale di Asugi, il numero fornito dalla Polizia Locale include anche i rinnovi del trattamento, portando il dato effettivo a 42 casi reali nella provincia di Trieste.
TSO: un segnale di sofferenza sociale
L’aumento della durata e della complessità dei trattamenti rappresenta una spia di crescente disagio nella popolazione. La dottoressa Oretti evidenzia che la frustrazione e la rabbia sociale possono influire sul benessere mentale, portando a un numero più elevato di interventi sanitari obbligatori.
Chi sono le persone coinvolte nei TSO?
Non esiste un identikit preciso di chi viene sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio, ma si tratta prevalentemente di persone tra i 25 e i 45 anni. Raramente si registrano casi tra i più giovani o gli anziani. Spesso si tratta di persone già seguite dai servizi di salute mentale, che interrompono le cure in momenti critici. Solo in pochi casi si tratta di persone che arrivano per la prima volta in condizioni di emergenza.
Un aumento delle richieste di aiuto
Non solo i TSO sono in crescita: più di 6.000 persone nell’area di competenza di Asugi entrano in contatto ogni anno con i servizi di salute mentale. Di queste, circa il 10% viene ricoverato, e solo uno su dieci con trattamento obbligatorio. La maggior parte delle attività si svolge in modo preventivo e domiciliare, per garantire supporto senza dover ricorrere all’ospedalizzazione.
Cos’è il TSO e come funziona?
Il trattamento sanitario obbligatorio è regolato dalla legge 833 del 1978, che stabilisce che le persone possano essere curate contro la loro volontà solo per necessità sanitaria urgente, e non per ragioni di pericolosità sociale. La procedura prevede che due medici, di cui uno psichiatra, firmino una richiesta, che viene poi convalidata dal sindaco. Un giudice tutelare supervisiona il processo per garantire il rispetto delle norme e dei diritti della persona.
Nessuna contenzione meccanica: il modello triestino
A differenza di molte altre realtà italiane, a Trieste non si utilizza la contenzione meccanica nei reparti psichiatrici. Questa prassi, già abbandonata negli anni ’70, è ancora oggi rara in Italia. Inoltre, durante l’esecuzione del TSO, gli operatori sanitari affiancano sempre le forze dell’ordine, per garantire un intervento rispettoso e sicuro. La collaborazione tra Asugi e Polizia Locale è considerata un modello di eccellenza a livello nazionale.
Continua a leggere le notizie di Diario FVG e segui la nostra pagina Facebook

You must be logged in to post a comment Login